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Cinque libri per comprendere quel che è successo alla Charlie Hebdo

Eccovi cinque libri per comprendere meglio gli eventi terroristici degli ultimi giorni, per non cedere al ricatto massmediatico cui ci espongono questi atti, essere consapevoli e difenderci.
A cura di Luca Marangolo
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Se si dovesse dare un nome questi primi decenni del Duemila, li chiameremmo decenni del trauma. Dall’undici Settembre fino ad oggi la storia ci ha consegnato un’immagine sconvolgentemente diversa del nostro mondo, del mondo Occidentale, e del suo rapporto con il mondo Orientale. Ci siamo scoperti vulnerabili, ci siamo scoperti esposti alla violenza di persone venute dal nulla, persone che hanno manifestato una crudeltà e una spietatezza nei nostri confronti che non siamo riusciti a comprendere, e quando l’abbiamo compresa, spesso non l’abbiamo fatto a fondo: ciò si è ritorto contro di noi.

Questa condizione post-traumatica, questa condizione di panico e di impotenza di fronte ad eventi di violenza incomprensibile ed irriducibile è destinata a tornare ancora, purtroppo, così come dopo l’undici

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settembre è ritornata per gli attentati di Madrid, gli attentati in Canada, la strage in Nigeria, e poi l’assurda vicenda di Charlie Hebdo.

Questo articolo è per chi vuole capire e non accetta di ridurre il conflitto di cui siamo stati testimoni ancora una volta a Parigi pochi giorni fa a tesi semplici. Chi rifiuta, in altri termini, il ricatto morale implicitamente imposto alla nostra soggettività, che ci costringerebbe a prendere posizione in modo semplicistico. Due tesi come “stiamo pagando per il colonialismo Occidentale” e “i terroristi sono una minaccia per la nostra libertà” sono entrambe vere, ma spesso contrapposte: la verità è che sono contrapposte per degli schematismi, delle facili contrapposizioni ideologiche in cui è intrappolata la nostra condizione di spettatori impotenti e traumatizzati davanti al telegiornale. Questo articolo è per chi vuole spegnere (almeno un attimo) il telegiornale e riflettere con più ampio respiro su tutta questa storia.
Per non cadere in delle facili contrapposizioni, per non cadere nel ricatto cui questa violenza ci espone, ecco cinque saggi che possono aiutare a capire veramente cosa innesca la violenza terroristica. Non bisogna cedere al ricatto del trauma, ed essere più consapevoli.

1. La violenza invisibile di Slavoj Zizek: questa vicenda è uno dei casi eclatanti che dimostrano

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quanto valore abbiano le speculazioni di Zizek per comprendere il presente. In questo libro il filosofo marxista perpetra una raffinata diagnosi della violenza, la violenza che lascia la nostra coscienza attonita, mostra tutt’a un tratto la nostra improvvisa vulnerabilità, ci fa ritrovare stupiti a chiederci “perché?”. E la risposta che dà Zizek è che questa violenza brutale, assurda, ingiustificabile è la reazione di un’altra violenza, una violenza nascosta, invisibile. Si tratta di una violenza sistemica e simbolica: la violenza dei nostri sistemi politici, quella che ci permette di vivere nell’ordine nella pace e  però poi porta le guerre in paesi lontani,  così come nelle nostre periferie esclude emargina delle persone dal cerchio simbolico dalla società. In breve: crea adepti del terrore. Capire a fondo l’origine di questa violenza simbolica e sistemica è il primo passo per gestirla e, quindi, per combatterla. Dobbiamo avere la forza del distacco e capire che l’unico modo per combattere il terrorismo in modo radicale è cambiare il nostro stesso sistema politico-culturale.

2. Contro il Fanatismo di Amos Oz, è un libro in verità meno raffinato di quello di Zizek, si tratta d

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i alcune lezioni  in cui il grande scrittore israeliano cerca di comprendere le origini del fanatismo, e di spiegarlo, offrendo poi alcune soluzioni: soluzioni di dialogo, soluzioni di inclusione culturale. In un passo significativo Oz scrive “il compromesso è sinonimo di vita”. Chi conosce queste due personalità così lontane, quella di Zizek e quella di Amos Oz, sa quanto siano divergenti. E tuttavia proprio per la diversità delle posizioni sul fanatismo porta alla luce la complessità del problema. Oz propone il dialogo, propone un lenta e costante tentativo di inclusione sociale.

3. Orientalism di Edward Said. Orientalism è uno studio importantissimo sui rapporti fra Occidente e Oriente. È stato spesso criticato per via della semplicità di alcune sue tesi e, indubbiamente, chi scrive condivide molte di queste critiche. Tuttavia la forza della idea di fondo di Orientalism non può non affascinare. Mondo Arabo e Mondo Occidentale hanno in realtà definito la loro identità per contrapposizione: la tesi di questo

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importante storico è che uno dei modi attraverso cui l’Occidente ha costruito la sua immagine liberale e libertaria è stato contrapporsi a un mondo così diverso semplificandolo e banalizzandolo troppo spesso . È un libro un po’ datato, forse. Ma è attuale, decisamente attuale.


4. Storia del terrorismo, dall’antichità ad Al Qaeda (Utet). Quando c’è una minaccia, il modo migliore per neutralizzarla è comprenderla.
Questo è il libro più completo sull’argomento. Un libro che aiuta a capire come nasce il terrorismo innanzitutto come pratica insurrezionale, come si radica nelle diverse società, come e perché è di estrema attualità una pratica così antica. È un libro fondamentale sul terrorismo e, soprattutto, a differenza di tutti gli altri testi qui proposti, è un libro di storia: l’unico suo scopo è capire i fatti. Cosa può esserci di più utile, per chi si sente disarmato di fronte a questi fatti?

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5. Infine, l’ultimo libro utile per comprendere l’accaduto è Filosofia del terrore, edito da Laterza. Si tratta di un interessante volumetto ad opera di Giovanna Borridori. Fu pubblicato in reazione all’undici Settembre. Raccoglie due interviste a due grandi filosofi del Novecento: Jurgen Habermas e Jacques Derrida. Una lettura stimolante la cui tesi sembra essere come il concetto stesso di terrorismo non sia stato veramente messo a fuoco dalla politica occidentale, figlia dell’Illuminismo; è inoltre un'interessante testimonianza del terrore che già vivemmo a inizio secolo.

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