Cinque bellissime opere d’arte sull’autunno
Interpretato da molti artisti come metafora della vita che si spegne, ma anche come simbolo del continuo mutare dell'animo umano, sempre capace di creare nuovi colori, l'autunno è stato uno dei soggetti preferiti dei pittori di fine Ottocento, epoca anch'essa percepita come fine e allo stesso tempo inizio di qualcosa di nuovo. Ma non solo il XIX secolo ha giocato con i colori caldi e tristi dell'autunno: anche il Rinascimento, ormai alla fine del suo splendore, ha usato le sue forme per raccontare allegorie misteriose ed affascinanti. Autunni vestiti di bianco e coronati di fiori, alberi tristi e inquietanti, o al contrario atmosfere luminose e rassicuranti: ecco cinque grandi artisti, da Arcimboldo a Kandinsky, che hanno guardato questa stagione in modi del tutto particolari.
1. Alfons Mucha, Le stagioni: autunno, 1896
Le pitture di Alfons Mucha sono estremamente raffinate, grazie all'eleganza estetica e alle forme delicate dei soggetti femminili. Linee nitide e sicure delimitano le figure, quasi sempre vestite con abiti di gusto neoclassico e circondate da fitti motivi floreali che formano le memorabili cornici dei suoi lavori. Mucha ha creato uno stile a sé, innovativo, e per questo a pieno titolo rappresentante della cosiddetta arte "nuova", che rompe con il passato e sembra anticipare di molto le sperimentazioni del design. Alfons Mucha è considerato uno dei più brillanti esponenti dell'Art Nouveau: una lunga esperienza da pittore decorativo per le scenografie teatrali e d'interni, gli permette di valorizzare sul piano estetico e artistico anche l'uso, molto sperimentato all'epoca, di oggetti appartenenti all'uso giornaliero. Famosissimi sono i poster che realizza a Parigi per pubblicizzare le opere teatrali: uno dei soggetti ricorrenti sarà l'attrice Sarah Bernhardt, interprete di capolavori come "Fedra" di Racine e di autori come Molière e Shakespeare. Nonostante l'innovazione, già dopo la sua morte Mucha è considerato datato e superato: solo negli anni Sessanta del ‘900 tornerà di moda soprattutto fra gli illustratori e nel design, che ha rivisitato le figure, ormai diventate classiche, dell'artista ceco.
2. Giuseppe Arcimboldo, Le quattro stagioni, 1572
L'artista più curioso e affascinante del Cinquecento è senza dubbio Giuseppe Arcimboldo, conosciuto anche all'epoca per le sue "bizzarrie" artistiche. Le sue opere più famose sono le "Teste Composte", divertenti ritratti realizzati utilizzando la combinazione di oggetti, frutta o verdura. Celebri sono le tavole che ricreano le quattro stagioni: ritratti allegorici che rappresentano, attraverso la raffigurazione realistica di frutta e verdura, i vari momenti dell'anno, immaginati come se prendessero vita e dessero forma a personaggi buffi ed inquietanti allo stesso tempo. L'Autunno, conservato oggi al Denver Art Museum, è decorato da tutti gli elementi che richiamano questo particolare periodo dell'anno: una botte tenuta insieme da rami di salice sorregge un volto dai lineamenti decisamente poco gentili, composto da pere, zucche, funghi, tralci d'uva e curiosi ricci di castagne che lasciano immaginare una barba ispida e ribelle. Conosciuto maggiormente per questi "scherzi" artistici, Arcimboldo fu attento studioso dell'arte di Leonardo, a cui deve la riproduzione perfettamente realistica delle fattezze umane, nonché medico, alchimista e mago: ultimo esempio di bizzarria di un'arte innovativa e rivoluzionaria, che di lì a poco cadrà nel meno apprezzato Manierismo.
3. Egon Schiele, Autunno domenica e alberi, 1912
Il soggetto preferito di Schiele era sicuramente il corpo umano. Un corpo angosciato, disfatto, sia fisicamente che moralmente. Fu l'allievo prediletto da Gustav Klimt, e fu uno dei primi esponenti dell'espressionismo viennese, insieme ad Oskar Kokoschka. Una vita tormentata, conclusa tragicamente per malattia a soli 28 anni, e un'arte altrettanto complessa e tagliente. I soggetti sono solitamente nudi, raffigurati in pose insolite, per richiamare due ossessioni costanti: la morte e l'erotismo. Nell'anno in cui dipinge il suo tormentatissimo autunno, uno dei pochi paesaggi dell'artista austriaco, Schiele trascorre alcuni mesi in prigione a causa dell'accusa fatta da un certo Von Mosig, di aver sedotto, traviato e rapito sua figlia non ancora quattordicenne. Un'esperienza traumatica, che resterà profonda anche nella pittura successiva, sempre sofferta e traumatica, fino alla tragica morte avvenuta a soli 28 a causa di un'epidemia di febbre.
4. Vassily Kandinsky, Fiume d'autunno
Quest'opera non è firmata né datata, ma si ipotizza sia stata realizzata intorno al 1917: anni in cui Kandinsky era ancora uno studente dell'Accademia di Monaco, "costretto" a studiare i canoni della pittura classica ma già interessato alla sperimentazione cromatica che lo renderà famoso in tutto il mondo: i suoi compagni di studio lo soprannominavano infatti "il colorista". Un periodo precedente, dunque, alla produzione astratta del pittore: numerosi sono i paesaggi che Kandinsky dipinge, mentre inizia le sperimentazioni che lo porteranno ad astrarre la realtà dai suoi quadri. Già in questo paesaggio autunnale si riconosce il particolare uso dei colori: toni freddi, come l'azzurro del fiume o il verde del prato. Soltanto alcune piccole macchie di colore rosso richiamano ai colori caldi tipici dell'autunno. Il colore secondo Kandinsky ha un potere molto forte sullo spettatore, suscitando visive sensazioni momentanee ed emozioni permanenti sullo spirito. Il colore ha un odore, un sapore ed un suono: il rosso per esempio è capace di risvegliare l'emozione del dolore, mentre il giallo porta con sé una follia irrazionale e cieca. L'azzurro e il blu sono i colori della distanza, ed essendo freddi provocano indifferenza, mentre il verde fa annoiare.
5. Vincent Van Gogh, Les Alyscamps in autunno, 1888
Nel periodo in cui Van Gogh dipinge questo quadro si trova ad Arles, dove trascorrerà molto tempo intento a dipingere i numerosissimi paesaggi dei suoi quadri più famosi, e dove si consumerà la tragedia della rottura con l'amico Gauguin e dove, forse a causa proprio dell'amico, perderà un orecchio. Les Alyscamps raffigurano un'antica necropoli nei pressi di Arles, dove Van Gogh amava passeggiare e dipingere: come molte sue opere, del paesaggio autunnale non esiste una sola versione. Il pittore realizzava molti dei suoi soggetti "in serie", studiando e approfondendone ogni volta aspetti visivi e artistici diversi. Nella versione del 1888 il viale è raffigurato con colori forti, ed è ripreso da un angolo, con la prospettiva che si apre in alto a destra.