Cinema Campania, i pro e i contro della nuova legge regionale
Con la conclusione del suo iter presso il consiglio regionale finalmente anche la Regione Campania ha una sua legge sul cinema. Diventa così realtà, dopo mesi di incontri e dibattiti, la lotta promossa dal Comitato di lavoratori degli audiovisivi e cinema campani, che ha visto particolarmente impegnati i portavoce del comitato, Antonella Di Nocera, Antonio Borrelli e Peppe Colella.
Per oltre un anno il comitato si è impegnato affinché la Regione Campania promulgasse un provvedimento legislativo sul comparto cinematografico, e che ha portato a compimento la sua battaglia con l’approvazione della legge 30, pubblicata ufficialmente lo scorso 17 ottobre. Una legge che arriva al culmine di un processo che va considerato come positivo modello di lavoro, per quanto riguarda l’ascolto e il confronto istituzionale con le professionalità del settore e che ha portato alla stesura di una legge che appare organica e chiara.
"L’approvazione della legge dimostra che quando si lavora per un obbiettivo comune il risultato è poi un risultato comune – ha commentato il regista Edoardo De Angelis, in questi giorni nelle sale con il suo ultimo film "Indivisibili". – Abbiamo ottenuto quello che consideravamo il risultato massimo quando abbiamo iniziato questa battaglia. Tuttavia siamo già passati per situazioni in cui a grandi proclami non sono seguiti obiettivi concreti. Abbiamo la Bibbia, ora dobbiamo dire messa. Solo che non siamo dei fedeli, ma dei lavoratori. Insomma, ora attendiamo di conoscere il testo dell’omelia".
"Ai nostri politici era stato sottoposto un problema chiaro: la Campania è una delle poche regioni che non ha una legge per il cinema – gli ha fatto eco Angelo Curti "La risposta più ovvia era: facciamola! Solo che come troppo spesso accade si rischiava di non dare importanza al come, bisognava farla in fretta, poco importava se fosse inefficace. Da questo punto di vista il lavoro del Comitato è stato determinante, sono stati forniti elementi fondamentali perché tutto si facesse bene, con i tempi necessari, che poi fortunatamente non sono risultati nemmeno troppo lunghi".
Nel corso della conferenza stampa di presentazione di CLARC, l'associazione nata dal comitato dei lavoratori campani del settore cinematografico e audiovisivo, i portavoce del comitato, Antonella Di Nocera, Antonio Borrelli e Peppe Colella, si sono soffermati sull’analisi dei punti più soddisfacenti della legge ma anche sui limiti riscontrabili all’interno del provvedimento. Di seguito un report, secondo gli esponenti di CLARC, rispetto ai contenuti della legge.
I punti forti
- Nel complesso si tratta di una legge strutturale, che va accolta positivamente per la capacità di mettere a sistema l’intero settore. La questione fondamentale (esplicitata già nell’articolo 2) è l’accoglimento della visione del cinema come un comparto composto da diversi ambiti (sviluppo e produzione, promozione culturale, formazione, diffusione e conservazione) che devono interagire tra di loro. Importante è il riconoscimento dello sviluppo come fase fondamentale per la realizzazione di un'opera: la legge prevede, infatti, borse di studio per giovani autori e il riconoscimento dei costi per la scrittura, la ricerca, l’acquisizione di diritti, la partecipazione a eventi, forum, mercati nazionali ed internazionali, per la ricerca delle ambientazioni e i sopralluoghi.
- Molto positiva è la differenziazione tra le varie tipologie di produzione, sia per durata (lunghi, medi e cortometraggi), sia per natura (finzione, documentario, animazione) ma soprattutto per la definizione di criteri per l’ erogazione delle risorse, al fine di garantire equità e trasparenza. Per quanto riguarda la produzione di autori giovani, uno dei punti più interessanti è il riconoscimento dell'importanza al sostegno delle opere prime e seconde, al coinvolgimento di stagisti e giovani provenienti dalle scuole di formazione e all'investimento sulle produzioni del territorio regionale.
- Rilevante è la valorizzazione del ruolo della Film Commission Regione Campania, un ruolo da potenziare e sviluppare per poter assolvere le funzioni di sostegno e coordinamento delle attività definite dalla legge, adeguandone la struttura organizzativa in relazione agli ambiti e agli interventi previsti. La stessa Film Commission verrà coinvolta nella predisposizione del Programma Triennale di Interventi e del Piano Operativo Annuale, così come i rappresentanti degli ambiti professionali di tutte le aree del comparto (art. 5 e 6).
- Da un punto di vista della promozione e del sostegno ai giovani, due ambiti su cui si era concentrata con particolare attenzione la proposta di CLERCC, vi sono elementi interessanti: innanzitutto la qualificazione dell'attività di promozione, con sostegno a quelle manifestazioni (festival, rassegne, iniziative e premi di carattere sia nazionale che internazionale) finalizzate alla valorizzazione delle qualità artistiche delle opere e degli autori, con l'obiettivo di formare anche la capacità critica del pubblico, in particolare giovanile (art. 2 e 8); a tal proposito la legge promuove (art.8 e 10) la creazione di reti e circuiti di carattere regionale per la realizzazione e il coordinamento di eventi di qualità del cinema e dell’audiovisivo, a cui si affianca un forte riconoscimento dell'associazionismo, e la necessità di realizzazione e adeguamento di spazi di proiezione, conoscenza e interesse culturale (in particolare nelle zone sprovviste di sale cinematografiche).
- Per finire, fondamentale per tutto ciò sarà l’investimento di risorse certe, a cominciare dal fondo triennale di 10,5 milioni di euro, istituito a oggi fino al 2018, che può essere integrato anche da risorse conferite alla regione dallo Stato e dall’Unione europea (art. 14).
I punti deboli
- Uno dei punti più delicati è quello della formazione. Il tema ritorna spesso all’interno del testo, in particolar modo per quanto riguarda le finalità e le funzioni (art. 2 e 3), poi nell’ambito della produzione (comma all’articolo 7, con il coinvolgimento di stagisti e studenti), ancora come comma nel Piano Triennale (articolo 5) così come all’interno dei compiti della Film Commision (art. 13). È anche vero che la legge soffre della mancanza di un articolo ad hoc sul tema; un articolo specifico, che ne evidenzi l’importanza, magari differenziando gli investimenti e le risorse da destinarvi. Abbiamo inoltre ricevuto rassicurazioni e impegno da parte di alcuni consiglieri di voler seguire con attenzione le azioni in corso in quest’ambito di interveto, per far si che vi sia una specifica azione sulla formazione al cinema. I nodi da sciogliere sono ovviamente molti, il che significa che comincerà proprio da qui un percorso da seguire attentamente, all’interno del quale portare proposte, ponendosi a contatto tra interlocutori riconoscibili. In tal senso, sarà necessario un impegno importante da parte nostra.
- Ancora, pur nel riconoscimento del nuovo ruolo della Film Commission (riconoscimento che è dimostrazione efficace del percorso di ascolto e confronto di questi mesi), non vi è alcuna delega definita per quest’ultima per l’attuazione di quanto prevede la legge: sarà necessario infatti – e a tal proposito se ne sottolinea l’urgenza –, per far questo, ricorrere a una delibera di giunta, così come per il potenziamento del suo organico e la destinazione di risorse specifiche.
- Infine, restano generiche e rimandate a successive azioni le indicazioni (ne manca completamente la definizione) sulla “Consulta degli esperti” prevista dall'art. 13.