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Cina, scrittore australiano arrestato per spionaggio

Lo scrittore Yang Hengjun di passaporto australiano ed ex diplomatico cinese, attivista per i diritti civili, è stato formalmente accusato di spionaggio dalle autorità di Pechino. L’Australia ha subito convocato i funzionari dell’ambasciata cinese, ma dalla Cina fanno sapere che il grande paese oceanico “non deve interferire”.
A cura di Redazione Cultura
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fonte: Twitter
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L'ex diplomatico cinese e scrittore di passaporto australiano Yang Hengjun è stato arrestato in Cina per aver attentato “alla sicurezza statale". In pratica, l'accusa (molto grave) è quella di spionaggio. Motivo per cui la ministra degli Esteri australiana Marisa Payne ha immediatamente convocato i funzionari dell'ambasciata cinese, i quali tuttavia fanno sapere che l'Australia non deve "interferire su un caso che è assolutamente cinese".

Lo scrittore arrestato in Cina con l'accusa di spionaggio

Lo scrittore Yang Hengjun è da oltre sette mesi in stato di fermo in Cina, ma solo ieri è stato arrestato formalmente con l'accusa di spionaggio. Secondo il ministro australiano, Yang Hengjun è detenuto "in dure condizioni" né gli è stato "permesso di ricevere visite dalla famiglia o di incontrare gli avvocati". A sua volta, fa sapere Rob Stary, l'avvocato dello scrittore, l'arresto sarebbe da ricondurre alle attività in favore della democrazia e dei diritti civili di Yang. Un tempo lo scrittore è stato un diplomatico cinese, diventato successivamente cittadino australiano nel 2002. Il suo arresto risale a gennaio di quest'anno, al suo arrivo a Guangzhou dagli Usa, dove era stato presso la Columbia University di New York. Oltre alla sua attività di blogger  in favore della democrazia, Yang aveva in passato edito il romanzo "Fatal Weakness", che ha al centro della trama proprio un caso di spionaggio tra la Cina e gli Stati Uniti. Dalla fantasia alla realtà, adesso l'autore, diplomatico e attivista di origini cinesi ma australiano d'adozione è finito nelle mani dell'autorità di Pechino, che non intende mollare nella controversia con l'Australia.

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