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Cile: le mummie più antiche del mondo svelano i loro segreti, grazie alla tecnologia

In queste ore i ricercatori sono al lavoro per scoprire i segreti nascosti dietro le mummie Chinchorro: le più antiche del mondo, molto più vecchie e misteriose di quelle egizie.
A cura di Federica D'Alfonso
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Una mummia Chinchorro conservata presso il museo archeologico di San Miguel De Azapa, Cile
Una mummia Chinchorro conservata presso il museo archeologico di San Miguel De Azapa, Cile

La parola “mummia” fa subito venire in mente l’antico Egitto. I corpi dei sovrani dell’antichità, perfettamente conservati, hanno contribuito alla nascita e alla diffusione di un mito storico senza precedenti. Pochi sanno però, che gli egizi non furono i primi ad usare l’arte dell’imbalsamazione: esiste una civiltà, sconosciuta ai più, che ha mummificato il proprio popolo ben 7 mila anni fa, molto tempo prima dei grandi faraoni.

Si tratta del popolo Chinchorro, un’antica civiltà sviluppatasi fra Cile e Perù, che oggi, grazie alla tecnologia, sta per rivelare i suoi segreti: ben quindici mummie sono state trasferite in una clinica di Santiago per essere sottoposte all'analisi del DNA e a scansioni computerizzate che permetteranno di studiare le tecniche di imbalsamazione, risalire alle cause della morte e fare un passo in più nella comprensione di una cultura per molti versi ancora sconosciuta, di cui le mummie sono oggi l'unica testimonianza conosciuta.

La tecnologia al servizio della storia

Una mummia Chinchorro durante il trasferimento al Museo Nazionale del Cile (dicembre 2016)
Una mummia Chinchorro durante il trasferimento al Museo Nazionale del Cile (dicembre 2016)

Sono per lo più mummie di bambini e bambine non ancora nati o deceduti in età infantile: la clinica Los Condes cilena si prepara ad utilizzare la moderna tecnologia medica per scoprire la vita dietro la morte, per decodificare i loro geni e comprendere. Così, l’evoluzione di uno dei popoli più antichi e misteriosi del Sud America.

I ricercatori potranno, grazie ai computer, ricostruire la muscolatura delle mummie e le caratteristiche del viso senza intaccarne lo stato di conservazione. “Abbiamo raccolto migliaia di immagini con una precisione di meno di un millimetro”, ha spiegato il capo radiologo dell’ospedale cileno Marcelo Galvez. “La fase successiva consisterà nel cercare di sviscerare questi corpi virtualmente, senza toccarli, riuscendo così a conservarli per altri 500 mila anni". Sono stati prelevati campioni di pelle e capelli, per analizzarne il DNA, nella speranza di rintracciare legami genetici con la popolazione attuale.

Si tratta di studi importantissimi per tentare di ricostruire non solo la genealogia di una popolazione, ma anche per comprenderne i delicati e complessi processi di mummificazione: i Chinchorro infatti, utilizzavano tecniche molto differenti da quelle conosciute per l’antico Egitto, diverse per le diverse epoche.

Una popolazione misteriosa

La mummia di un bambino Chinchorro
La mummia di un bambino Chinchorro

I Chinchorro avevano una profonda conoscenza dell’anatomia umana: lo dimostrano alcuni esemplari di mummie a cui sono stati rimossi con attenzione la pelle e i muscoli, oltre che il midollo osseo. Questa particolare tecnica, ancora parzialmente sconosciuta, ha permesso la conservazione quasi totale della maggior parte dei corpi rinvenuti: i quali, a differenza delle mummie egizie, appaiono molto più simili ad una statua che ad un cadavere. Questo grazie al particolare e inconsueto utilizzo di legno, piante e argilla per la ricostruzione del corpo intorno allo scheletro e alla tradizionale maschera funebre che veniva posta sul volto del defunto.  Una valenza fortemente simbolica, quella della mummificazione dei Chinchorro, che è ancora in fase di studio.

Un processo intimo e fortemente religioso, a cui si pensa partecipasse attivamente tutta la famiglia del morto: le prime mummie, quelle che meglio si sono conservate, appartengono tutte a neonati o a bambini molto piccoli. Anche se nel corso del tempo il processo di mummificazione si è evoluto notevolmente, tutte le quindici mummie presentano caratteristiche comuni: la più stupefacente, quella di essere decorate come delle vere e proprie statue.

Le prime scoperte

Le analisi sono ancora in corso, ma i primi esami hanno già portato ad alcune importanti scoperte: una delle mummie più piccole, che si credeva appartenere ad un bambino, in realtà non è una mummia. Nessuna struttura ossea all'interno: solo una statuetta, probabilmente simbolica, rappresentazione di un individuo che per qualche oscuro motivo non poteva essere mummificato.

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