Chiude il Museo Guttuso di Bagheria
Travolto da un destino comune ormai a molti luoghi di cultura italiani, il Museo Guttuso di Bagheria (Palermo) sembra prossimo a chiudere i battenti.
La chiusura
La decisione è stata presa e resa nota dall’amministrazione comunale di Bagheria: in termini finanziari, le uscite del museo raggiungono la cifra di 480mila euro l’anno, a fronte di entrate di circa 20mila euro; in altre parole, questo museo “costa troppo” per il Comune che finora ne ha sostenuto le spese. Il sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque, ha parlato di “una chiusura temporanea ma importante”, non solo legata ai diversi lavori di ristrutturazione e riqualificazione che dovrà subire il sito, ma derivante anche dalla situazione economica e gestionale del museo. Ciò che allarma, però, è che al momento non c’è effettiva certezza né pianificazione per una riapertura.
La situazione economica
I costi di gestione, manutenzione, personale etc. sembrano del tutto sproporzionati rispetto ai ricavi che il museo ottiene; cosa che, in verità, avviene nella maggior parte dei musei italiani e non, con la differenza che nei migliori casi (ovvero quelli esteri) i finanziamenti pubblici e privati permettono comunque una vivace attività del museo. Ma il Comune di Bagheria nell’annuncio della chiusura cita l’articolo 243 del testo unico 267/2000, secondo il quale si dispongono controlli finanziari per gli enti strutturalmente deficitari: secondo questa norma gli enti in questione hanno il dovere di coprire il costo della gestione dei propri servizi attraverso i propri proventi e contributi in misura non inferiore al 36%. Ora, sostiene il sindaco Cinque, poiché il Museo Guttuso con le proprie entrate non riesce a coprire il 36% delle spese, la norma è violata e perciò la gestione del museo va rivista. L’assessore comunale ai Beni Culturali, Rosanna Balisteri, afferma che non si esclude l’esternalizzazione della struttura, ovvero l’affidamento totale a privati, e che si sta pensando ad una riqualificazione ed una promozione del museo, purché i costi del servizio non ricadano sul bilancio comunale.
Il Museo Renato Guttuso
Il museo del pittore bagherese esiste dal 1973, anno in cui Renato Guttuso (1911-1987) donò numerose opere alla propria città natale. Il Comune di Bagheria affittò Villa Cattolica, una delle ville settecentesche più prestigiose del paese, per collocare l’ampia collezione; quando nel 1988 il Comune acquisì definitivamente la Villa, ne fece luogo d’esposizione permanente per una raccolta che oggi conta quasi 1000 opere di Guttuso e di suoi celebri contemporanei. Dal 1990 l’area della Villa ospita anche il sarcofago monumentale del Maestro, realizzato da Giacomo Manzù.
Le reazioni dell’erede di Guttuso
Alla notizia della chiusura del museo, Fabio Carapezza Guttuso, presidente degli Archivi Guttuso che possiedono e gestiscono la collezione ospitata a Villa Cattolica, figlio adottivo ed unico erede del pittore, ha scritto al sindaco quanto segue: “La chiusura del Museo Guttuso e la dismissione del personale che lo amministrava lede, sia giuridicamente che affettivamente, la validità ed il significato degli atti che hanno consentito la creazione del Museo Guttuso, ospitato a Villa Cattolica”. Carapezza lamenta inoltre che “la comunicazione, peraltro data dall'assessore alla Cultura con soli due giorni di preavviso, ha impedito persino la ricerca di una soluzione alternativa e condivisa, mettendo tra l'altro a rischio importanti progetti, come gli Itinerari Guttusiani finanziati dal Pofers, che garantirebbero al Museo Guttuso, e quindi a Bagheria, un importante flusso turistico culturale”.
Il ritiro delle opere
Si inizia a meditare, da parte degli Archivi, sul ritiro delle opere ospitate a Villa Cattolica: “Venendo meno la pubblica fruizione non ha più senso la permanenza della Collezione Guttuso a Villa Cattolica”, afferma Fabio Carapezza, per cui “gli archivi si riservano di valutare l'opportunità di chiedere la restituzione delle opere d'arte al fine di assicurarne la pubblica fruizione”. Ancora incredulo, l’erede di Guttuso dichiara infine di essere “in attesa di riflessioni ulteriori da parte del Comune di Bagheria, sperando che tutto questo sia solo un ballon d'essai per attirare l'attenzione e che le cose tornino indietro”.