Chi vincerà il Premio Nobel per la Letteratura nel 2021
Venerdì 8 ottobre sarà annunciato il Premio Nobel per la Letteratura 2021. Come ogni anno, anche se nessuno conosce il nome dei candidati annoverati della short list attualmente al vaglio della giuria, i bookmaker si stanno scatenando in fantasiosi toto nomi nella speranza di individuare il vincitore o vincitrice del riconoscimento letterario più prestigioso in assoluto. Dopo l'esito non scontato dello scorso anno, quando l'Accademia Svedese ha consacrato alla gloria eterna la poetessa statunitense Louise Glück, quest'anno la rosa dei probabili vincitori preannunciati dalla stampa di settore è eterogenea ed estesissima: scopriamo chi sono.
Il Premio Nobel 2021 sarà Margaret Atwood?
Fermo restando che ogni tentativo di scoprire anticipatamente l'identità di un Premio Nobel è destinato a fallire miseramente, vi sono alcune evidenze che possono farci scartare a priori alcune ipotesi. Ad esempio, l'eventuale vittoria dell'autrice de Il Racconto dell'ancella, Margaret Atwood, data per probabile da diversi bookmakers, cozza con un dato difficile da non tenere in considerazione, ossia il Nobel incassato dalla sua connazionale Alice Munro nel 2013, precedente che rende improbabile l'ascesa di un'altra scrittrice canadese in un orizzonte temporale (appena 8 anni) così ristretto.
Nobel 2021: Houellebecq ha davvero qualche possibilità?
Un altro nome molto caldeggiato è quello dello scrittore francese Michelle Houellebecq, autore parecchio controverso e legato a romanzi di culto come Sottomissione, Serotonina e Le particelle elementari. Il sito britannico di comparazione quote Nicer Odds, ad esempio, lo inserisce nella nicchia dei probabili vincitori con una quotazione relativamente bassa, pari a 25. Probabilità ancora più elevate per Don DeLillo (18), uno dei padri del post-modernismo letterario, il cui ultimo romanzo, Il Silenzio, è stato accolto positivamente da pubblico e critica fuori e dentro i confini nazionali: in questo caso, il Nobel rappresenterebbe la consacrazione di una carriera straordinaria (lo stesso discorso è applicabile a un altro "nome forte", quello dell'onnipresente Thomas Pynchon). I portali di scommesse attribuiscono buone possibilità anche alla romanziera americana Joyce Carol Oates (18.50) e allo scrittore rumeno Mircea Cartarescu (22), il cui ultimo romanzo, Solenoide, è stato da poco pubblicato in Italia per Il Saggiatore. La componente italiana, invece, è estremamente ridotta all'osso, e consta della sola Elena Ferrante (27), l'autrice della tetralogia L'Amica Geniale, diventata un caso editoriale di proporzioni enormi non soltanto in Italia, ma anche negli Stati Uniti.
Nobel 2021: Murakami e gli altri soliti noti
Nelle proiezioni dei bookmakers non mancano, ovviamente, nomi di consolidatissima fama come quelli di Cormac McCarthy (34), Stephen King (51), J.K. Rowling (40) Maryse Condé (15.50), Salman Rushdie (51) e William Vollmann (51). Tuttavia, il vertice della graduatoria è occupato, come ogni anno, da Haruki Murakami: lo scrittore giapponese, in odore di Nobel da almeno un decennio, è considerato il vincitore più papabile, con una quota bassissima (11), seguito a strettissimo giro dal keniota Ngugi Wa Thiongo’o (12), uno dei nomi più prestigiosi della letteratura africana, noto per le sue campagne in difesa delle lingue africane, su tutte lo swahili. Tuttavia, come ogni anno, è molto probabile che l'Accademia Svedese possa prendere in contropiede i vari siti di scommesse.
L'ennesimo Nobel "eurocentrico"?
Una delle critiche che, solitamente, viene indirizzata al premio Nobel è la sua marcata preferenza per autori europei o americani: nel 2019, il presidente del comitato per l'assegnazione del premio, Anders Olsson, aveva parlato di un Nobel “meno eurocentrico” e “meno maschile”, salvo poi assegnarlo congiuntamente all'austriaco Peter Handke (finito nell'occhio del ciclone per la il suo sostegno all'ex presidente serbo Slobodan Milošević) e alla scrittrice polacca Olga Tokarczuk (in questo caso, almeno per quanto riguarda il genere, metà promessa è stata mantenuta; tuttavia, contrariamente agli intenti originari, il criterio dell'eurocentrismo è stato ampiamente mantenuto. E anche l'exploit di Louise Glück, una poetessa statunitense e dunque culturalmente vicinissima al Vecchio Continente, è stata considerata a più riprese come una specie di "rivoluzione mutilata"). Proprio per questo le possibilità di Thiongo’o, perlomeno su un piano ideale e di coerenza, dovrebbero essere abbastanza realistiche.