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Chi è lo scartellato? Il significato e l’origine scaramantica del termine napoletano

La figura dello scartellato riveste un’importanza fondamentale nella cultura popolare partenopea. Ma chi è questo strano personaggio? La sua origine è antichissima, così come le usanze legate alla sua presenza.
A cura di Federica D'Alfonso
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Lo "scartellato" porta fortuna: perché?
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Un personaggio curioso, quello dello “scartellato”, entrato nell’immaginario popolare come un vero e proprio simbolo di buona sorte. La cultura napoletana ha assegnato a questa figura l’importante funzione di scacciare via il malocchio e regalare a chi la tocca un po’ di fortuna. Il suo ruolo è talmente importante che compare addirittura nella Smorfia: il suo numero è il 57, senz’altro uno dei più fortunati della cabala partenopea. Ma attenzione: non tutti gli scartellati portano fortuna. Se si tratta di una donna, ad esempio, essa è preludio di disgrazie e sofferenze: ecco perché.

Una fortuna antica

Avere lo “scartello” vuol dire molto semplicemente “avere la gobba”. Nata in tempi antichissimi, la superstizione legata al gobbo è oggi uno degli aspetti più affascinanti del folklore partenopeo: un vero e proprio personaggio mitologico, vestito con giacca nera, papillon rosso e un ampio e inconfondibile cilindro nero in testa. La sua figura è frequentemente associata ad un altro oggetto tipico della cultura popolare: il corno, anch’esso simbolo scaramantico indispensabile.

Il termine, entrato nella lingua napoletana portando con sé tutta una serie di significati simbolici legati alla buona sorte, deriva dal greco. Il “kartos” era, per gli abitanti dell’antica Neapolis, il “cesto”: lo scartellato è, almeno etimologicamente, identificabile con il “portatore del cesto”. Curvo sotto il suo peso eccessivo, egli poteva sviluppare la tipica gobba che oggi è divenuta simbolo di fortuna e buona sorte.

La stessa natura “fortunata” della gobba deriva da una credenza nata nell’antica Grecia: si pensava che il “kartos” fosse pieno di cose preziose, dunque toccarlo voleva dire avere la possibilità di ottenere per sé un po’ di quell’abbondanza. L’usanza è sopravvissuta attraverso i secoli assumendo un valore simbolico assoluto, importantissimo. Se, dunque, camminando per le strade di Napoli doveste incontrarne uno toccatelo con ampio gesto scaramantico, ma attenzione: se si tratta di una donna, statele più alla larga possibile.

Le donne e la sfortuna

Perché la donna con la gobba è da evitare? Questa particolare credenza, a dire il vero fortemente maschilista, affonda le radici in epoca medievale quando la religione era ancora fortemente intrecciata con la magia. Il popolo medievale guardava con estrema diffidenza le donne affette da malformazioni o deformità fisiche: a differenza dell’uomo, per il quale avere la gobba era sintomo chiaro del “tocco di Dio”, per una donna non poteva che essere il risultato dei suoi rapporti incestuosi e terribili con il Demonio.

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