Chi è Donatella Di Pietrantonio e di cosa parla L’età fragile, vincitore del Premio Strega 2024
Donatella Di Pietrantonio è stata la vincitrice del Premio Strega 2024 con il suo ultimo libro "L'età fragile", pubblicato da Einaudi, e che racconta una storia di mistero – un segreto lungo 30 anni – e rapporto madre-figlia. La scrittrice teramana ha ricevuto più punti di Dario Voltolini, Chiara Valerio, Raffaella Romagnolo, Paolo Di Paolo e Tommaso Giartosio, seguendo alla vittoria, lo scorso anno, di Ada D'Adamo e il suo "Ora d'aria". Di Pietrantonio è un nome noto della Letteratura italiana – grazie a libri come L'Arminuta e Borgo Sud – nonostante abbia cominciato tardi – secondo i canoni comuni – la sua carriera letteraria, avendo praticato, precedentemente il lavoro di dentista pediatrica, dopo essersi laureata in Odontoiatria all'Università de L'Aquila dove si era trasferita proprio per studiare.
Donatella Di Pietrantonio, dentista e scrittrice
Il primo libro pubblicato dalla scrittrice, che praticava come dentista a Penne, città in cui vive, fu Elliott che fece uscire Mia madre è un fiume nel 2011. A scoprirla, materialmente, fu Loretta Santini, direttrice editoriale di Elliot, che a Il Post ha raccontato: "Era in attesa di essere pubblicata da molto. L’ho letto subito perché mi era stato consigliato da una carissima amica. La scrittura era molto matura. Elegante, poetica, commovente. La storia era molto forte e scritta in maniera superba, non potevo non pubblicarla" e successivamente ha raccopntato anche la lavorazione di quel libro, come l'incipit fu modificato e si inserì subito la parola "malattia", una cosa non proprio comune.
Da subito la scrittrice viene letta e raccoglie critiche positive diventando un punto fermo anche per Einaudi che ripubblica il primo libro e poi pubblica i successivi, quindi proprio L'Arminuta (vincitore del Premio Campiello e del Premio Napoli) – che sarebbe anche diventato un film diretto da Giuseppe Bonito e vincitore del David di Donatello insieme a Monica Zapelli -, Bella mia (con una prima edizione sempre per Elliot che lo pubblicò nel 2014), con cui ha partecipato al Premio Strega 2014 e ha vinto il Premio Brancati, mentre Borgo Sud (2020) è stato finalista al Premio Strega 2021, fino all'ultimo, appunto, L'età fragile (2023).
Intervistata da Vanity Fair, Di Pietrantonio ha parlato così di cosa rappresenta la scrittura per sé: "Un’urgenza, qualcosa che mi sale da dentro con prepotenza. Quando ho scritto L’Arminuta lavoravo allo studio dentistico a tempo pieno: mi svegliavo alle 4 del mattino perché quella spinta era più forte e potente di qualsiasi altra cosa. È per questo che mi chiedo per quanto tempo ancora avrò l’energia necessaria per continuare a farlo". Il riferimento è alla paura dell'Alzheimer, malattia che ha colpito la madre, come ha spiegato sempre alla rivista: "C’è una probabilità molto superiore alla media che sviluppi la stessa malattia di mia madre, l’Alzheimer.
Di cosa parla L'età fragile: la trama del libro
Il libro con cui ha vinto il Premio Strega 2024 è L'età fragile racconta di:
Amanda prende per un soffio uno degli ultimi treni e torna a casa, in quel paese vicino a Pescara da cui era scappata di corsa. A sua madre basta uno sguardo per capire che qualcosa in lei si è spento: i primi tempi a Milano aveva le luci della città negli occhi, ora sembra che desideri soltanto scomparire, si chiude in camera e non parla quasi. Lucia vorrebbe tenerla al riparo da tutto, anche a costo di soffocarla, ma c’è un segreto che non può nasconderle. Sotto il Dente del Lupo, su un terreno che appartiene alla loro famiglia e adesso fa gola agli speculatori edilizi, si vedono ancora i resti di un campeggio dove tanti anni prima è successo un fatto terribile. A volte il tempo decide di tornare indietro: sotto a quella montagna che Lucia ha sempre cercato di dimenticare, tra i pascoli e i boschi della sua età fragile, tutti i fili si tendono. Stretta fra il vecchio padre così radicato nella terra e questa figlia più cocciuta di lui, Lucia capisce che c’è una forza che la attraversa. Forse la nostra unica eredità sono le ferite. Con la sua scrittura scabra, vibratile e profonda, capace di farci sentire il peso di un’occhiata e il suono di una domanda senza risposta, Donatella Di Pietrantonio tocca in questo romanzo una tensione tutta nuova.