Chi è Carla Lonzi e come Follemente ha portato al Cinema la femminista italiana più amata al mondo

A volte succedono cose strane grazie a film molto popolari, tipo che esplodono le ricerche su una delle femministe italiane più importanti di sempre al mondo, ovvero Carla Lonzi. Ma chi è Carla Lonzi, si saranno chiesti alcuni, guardando il nuovo film di Paolo Genovese, un po' come fa Eros (Claudio Santamaria), citazione che arriva dopo una scena di sesso tra Edoardo Leo e Pilar Fogliati, protagonisti del film che racconta in stile Inside Out all'italiana i pensieri che abitano la mente di due amanti al primo appuntamento e che sono impersonati da Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini, Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo e proprio Santamaria. Lonzi è protagonista anche di una discussione tra la parte istintuale femminile (Fanelli) e quella razionale (Pandolfi) che dialogano sull'influenza della lettura della filosofa sulla protagonista.
Come scrive Annarosa Buttarelli nell'introduzione alla riedizione di "Sputiamo su Hegel e altri scritti" (La Tartaruga):
Forse, Carla Lonzi (1931-1982) è la pensatrice femminista più amata nel mondo. Il suo nome e la sua vita sono ancora di ispirazione a chi cerca il senso originale della propria esistenza insieme alle altre, agli altri, nella differenza. È la pensatrice che ha innestato le parole “amore”, “autenticità”, “tabula rasa”, “autocoscienza” (e molte altre) nel linguaggio politico della rivolta delle donne che dagli anni Settanta dura ancora e, come lei pensava, durerà sempre, fino a che non ci sarà giustizia non solo per le donne, ma per tutti gli esseri viventi.
Carla Lonzi è una filosofa, critica d'arte e scrittrice italiana, fondatrice del femminismo della differenza, nasce come critica finché non lascia tutto per dedicarsi anima e corpo al femminismo e al Movimento Rivolta femminile e proprio nel manifesto del gruppo si leggono i prodromi del femminismo della differenza, basandosi su un testo scritto e pensato oltre che da Lonzi, anche da Carla Accardi ed Elvira Banotti: "La donna è l’altro rispetto all’uomo. L’uomo è l’altro rispetto alla donna. L’uguaglianza è un tentativo ideologico per asservire la donna a più alti livelli". Ma il pensiero sul femminismo della differenza viene approfondito ed esplicato anche nei saggi di Lonzi, soprattutto in Sputiamo su Hegel, un libro cult, che appare anche nel film di Genovese, letto proprio da Pilar Fogliati.

Nel saggio, infatti Lonzi scrive: "L’uguaglianza è un principio giuridico: il denominatore comune presente in ogni essere umano a cui va resa giustizia. La differenza è un principio esistenziale che riguarda i modi dell’essere umano, la peculiarità delle sue esperienze, delle sue finalità, delle sue aperture, del suo senso dell’esistenza in una situazione data e nella situazione che vuole darsi. Quella tra donna e uomo è la differenza di base dell’umanità". Questaa differenza si esplicita anche nell'assenza della donna da millenni di Storia: "Approfittiamo della differenza: una volta riuscito l’inserimento della donna chi può dire quanti millenni occorrerebbero per scuotere questo nuovo giogo? Non possiamo cedere ad altri la funzione di sommuovere l’ordinamento della struttura patriarcale. L’uguaglianza è quanto si offre ai colonizzati sul piano delle leggi e dei diritti. È quanto si impone loro sul piano della cultura. È il principio in base al quale l’egemone continua a condizionare il non-egemone".
Lonzi continua questa spiegazione raccontando come "Il mondo dell’uguaglianza è il mondo della sopraffazione legalizzata, dell’unidimensionale; il mondo della differenza è il mondo dove il terrorismo getta le armi e la sopraffazione cede al rispetto della varietà e della molteplicità della vita. L’uguaglianza tra i sessi è la veste in cui si maschera oggi l’inferiorità della donna". In questo pugno di pagine c'è tutto il pensiero che avrebbe influenzato molto del femminismo successivo, facendo di Lonzi una delle pensatrici italiane più importanti, infatti introducendo le sue citazioni precedenti, Lonzi scrive:
“Per uguaglianza della donna si intende il suo diritto a partecipare alla gestione del potere nella società mediante il riconoscimento che essa possiede capacità uguali a quelle dell’uomo. Ma il chiarimento che l’esperienza femminile più genuina di questi anni ha portato sta in un processo di svalutazione globale del mondo maschile. Ci siamo accorte che, sul piano della gestione del potere, non occorrono delle capacità, ma una particolare forma di alienazione molto efficace. Il porsi della donna non implica una partecipazione al potere maschile, ma una messa in questione del concetto di potere. È per sventare questo possibile attentato della donna che oggi ci viene riconosciuto l’inserimento a titolo di uguaglianza.”
Come scrive Jennifer Guerra su Fanpage, "Le riflessioni sul ruolo della donna nello spazio pubblico (di Carla Lonzi, ndr) si accompagnano anche a una originale visione della sessualità e a una critica delle istituzioni della famiglia e del matrimonio (…). Tutto il femminismo italiano è riconoscente nei confronti di Carla Lonzi, anche le correnti che si sono allontanate dal pensiero della differenza, ma la difficoltà nel reperire i suoi testi era diventata un grosso problema. La Tartaruga sta facendo un lavoro di ripubblicazione delle opere di Lonzi e pochi mesi fa è uscito "Taci, anzi parla. Diario di una femminista 1972-1977", permettendo finalmente una rilettura sistematica della sua opera che in precedenza era possibile recuperare solo nelle biblioteche o in qualche pdf passato di mano in mano (o computer a computer).
Questo purtroppo ha ridotto per anni la visibilità di Lonzi, il cui pensiero pure aveva influenzato il femminismo anche al di fuori dei confini italiani, e la cui figura è stata per anni quasi dimenticata, almeno a un livello superiore. Questo ritorno forte della nuova ondata femminista, della voglia delle giovani femministe di ritrovare le radici del pensiero, della radicalità del pensiero di Lonzi, come racconta sempre Guerra, ha portato al bisogno di riscoprire questa pensatrice e come una valanga, la filosofa si è ritrovata protagonista di un film che ha portato milioni di persone al Cinema nel primo weekend di uscita, oltre a una lettura congiunta di Emanuela Fanelli e Claudia Pandolfi che assieme a Geppi Cucciari hanno letto passi del manifesto di Rivolta a Splendida Cornice su Rai3.