Perché Annie Ernaux ha vinto il Nobel per la Letteratura 2022: di cosa parlano i suoi libri
Annie Ernaux ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2022, confermando quelle che erano le previsioni della vigilia. La scrittrice francese, infatti, era una delle favorite alla vittoria finale, anche grazie a una reputazione che da anni la vede come capostipite di quel genere noto come autofiction. Nata a Lillebonne (Senna Marittima) nel 1940, la scrittrice è una delle autrici più autorevoli del panorama mondiale, autrice di libri come Il posto, Gli anni, vincitore del Premio Strega Europeo 2016, Una donna, vincitore del Premio Gregor von Rezzori 2019, L’evento e La donna gelata, tutti pubblicati in Italia da L'Orma editore.
I temi trattati nei libri di Annie Ernaux
Ernaux è una delle voci più autorevoli della Letteratura mondiale, e di ciò che siamo soliti definire grossolanamente autofiction, usando se stessa, il proprio io, in maniera politica: la sua vita è la chiave per affrontare questioni come la famiglia, la violenza, gli affetti, l'aborto. Il suo io è sociale. Non è un caso che l'Accademia svedese abbia motivato così la scelta: "Per il coraggio e l’acutezza clinica con cui ha svelato le radici, gli straniamenti e i vincoli collettivi della memoria personale". La scrittrice, quindi, non nasconde che l'io dei suoi libri coincide quasi completamente con se stessa. Quello che racconta è esattamente quello che ha vissuto, il ricordo e la scrittura sono legate a doppio giro: "Mi sono resa conto che i miei libri precedenti (a "la donna gelata", ndr) erano già al 95% autobiografici, fatta eccezione per dettagli legati ai nomi dei personaggi, o a eventi di minima importanza" disse in un'intervista a Fanpage.it.
I libri più famosi di Annie Ernaux
Negli ultimi anni, nel mondo e anche in Italia Ernaux è diventata quasi un culto per chiunque ami la scrittura e il successo del film "La scelta di Anne – L'Événement", tratto da "L'evento" e vincitore del Leone d'oro al miglior film alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia ha contribuito a rinfocolarlo. Ma Ernaux è da anni una delle autrici più amate, anche per questa capacità empatica, per la scrittura chirurgica, per il suo impegno sul versante femminista. Tra i suoi libri più amati ci sono "Il posto", in cui racconta il suo rapporto coi genitori e in particolare la storia del padre, Gli anni, vincitore del Premio Strega Europeo 2016, e forse il suo libro più conosciuto in cui racconta la sua vita attraverso alcune immagini della Storia francese e non solo, poi ci sono "Una donna" in cui parla della madre, "L’altra figlia" che parla della sorella morta prima che lei nascesse, "Memoria di ragazza" in cui affronta l'estate in cui per la prima volta si allontanò dalla famiglia e da lì l'emancipazione, "La vergogna", in cui racconta la sua infanzia scandita da un evento violento, uno scatto d'ira del padre che quasi voleva uccidere la madre, poi "L’evento" in cui parla delle difficoltà di abortire negli anni '60 e "La donna gelata" in cui narra la sua educazione sociale, sentimentale e sessuale. L'Orma ha anche pubblicato il saggio "Guarda le luci, amore mio", ovvero "una riflessione narrativa capace di mostrarci da un’angolazione inedita uno dei teatri segreti del nostro vivere collettivo", ovvero il supermercato.
Tutti i premi vinti dalla scrittrice prima del Nobel
Ovviamente il Premio più importante della sua carriera è quello che ha vinto oggi, 6 ottobre 2022, il Premio Nobel per la Letteratura, ma Ernaux non è nuova a vedere riconosciuto il suo lavoro e nella sua bacheca può vantare premi come il Prix de la langue française alla carriera, il Premio Marguerite Yourcenar sempre alla carriera, Premio Hemingway per la letteratura, Premio Gregor von Rezzori, Premio Mondello come autore straniero.
La vita di Annie Ernaux che ha influenzato i suoi romanzi
In un'intervista a Fanpage, a proposito delle gabbie di genere in cui si tende a rinchiudere un artista Ernaux disse: "Sulla copertina dei miei primi tre libri, compreso La donna gelata, una scritta recitava «romanzo». In seguito ho abbandonato l’io finzionale e ho fatto eliminare la dicitura «romanzo», perché sono definitivamente passata al mio io reale, autobiografico. Ho rifiutato l’etichetta romanzo per scrupolo di autenticità, per non dover più indossare una maschera o adeguarmi ai canoni di un genere letterario che non era il mio. Preferisco non indirizzare a monte il lettore in una sola direzione attraverso l’etichetta del genere letterario, voglio che sia chi legge a decidere". Nell'intervista, la scrittrice affrontò anche la questione di genere:
la libertà degli uomini della mia generazione – e credo il discorso sia ancora attuale ai giorni nostri – è un dato di fatto che non viene mai messo in discussione, ed è così fin dalla nascita. Pensando a un bambino si immagina abbia la possibilità di fare tutto. E quando dico “tutto” intendo sia la libertà di andare ovunque sia quella di scegliere il proprio percorso professionale. Per le donne invece – vale per le bambine cresciute in un contesto tradizionale ma ritengo sia così ancora oggi – questa libertà non è data una volta per tutte, non è scontata. Sappiamo benissimo che la libertà di andare dove si vuole è spesso condizionata da minacce di ogni tipo che, in effetti, nella maggior parte dei casi sono rappresentate dagli uomini. Ai miei tempi la libertà era qualcosa che dovevamo conquistare, e che in qualche modo non abbiamo mai raggiunto pienamente. Credo che a tutt’oggi debba ancora essere raggiunta.