“Chi difende i più deboli papone?” La crisi, Salvini e la sinistra spiegata al mio bimbo
Camminiamo sulla spiaggia. Passeggiamo sul bagnasciuga cercando e raccogliendo conchiglie, da riportare poi a casa, che è stato un po' il passatempo di questa nostra estate. Il piccolino grande e la piccolina piccola, sono serissimi nella loro ricerca e attenti a non lasciarsi sfuggire alcun “pezzo raro”. Nel mentre io e la mia ragazza limoniamo, nel senso che sorseggiamo una limonata fresca, e parliamo con alcuni amici della crisi (musica di sottofondo: “la marcia imperiale” di StarWars). L’afa e l’argomento rendono la discussione alquanto accaldata e così accade che il piccolino grande segua i nostri discorsi e difatti, nel bel mezzo della querelle, ci interrompe per chiedermi: “Chi è Salvini papone?” D’istinto gli rispondo: “E’ un fascista…” e lui “ma i fascisti sono i cattivi che uccidevano i partigiani buoni?” Al che mi rendo conto di avergli procurato un po' di confusione nella sua testolina ed avergli dato una risposta un po' affrettata e sbagliata per i suoi pochi anni, e poiché, visto che proprio pochi mesi prima, durante la manifestazione del 25 aprile, gli avevo cercato di spiegare cosa fosse quella festa e perché fosse così importante, provo a spiegarmi meglio e a dargli una risposta migliore alla sua prima domanda, e forse per lui più comprensibile.
Gli dico che Salvini è un ministro, provo a spiegargli cosa siano i ministri e cosa fanno o meglio cosa dovrebbero fare, e cerco di fargli comprendere in modo semplice e con riferimenti alle nostre storie preferite, cosa voglia dire governare, dicendogli che ci sono delle persone, che tutti insieme decidiamo chi siano, che si riuniscono e organizzano le cose che riguardano tutti e tutte. Lui però mi interrompe e mi chiede perché dicevamo che Salvini è cattivo e perché parlavamo male di lui. Allora, con grande difficoltà devo confessarlo, gli dico che in realtà non è cattivo ma “Fa delle cose che io e la mamma reputiamo sbagliate e prende decisioni che riguardano tutti che non ci piacciono e talvolta fa o dice delle cose cattive e quindi” – come diciamo sempre ai nostri piccolini – “non è cattivo perché non esistono buoni o cattivi ma solo persone che compiono azioni buone o azioni cattive.” Rimane in silenzio per qualche istante e continua a fissare il mare a testa china, camminando con le mani raccolte dietro la schiena come il migliore degli umarell anche se non ci sono cantieri in giro, fin quando: “E perché fa cose cattive?” “Perché secondo me non si preoccupa delle persone deboli, di chi ha bisogno di auto… ma sei piccolo amore mio per capire certe cose, scusami, non riesco a spiegarti bene bene anche perché in realtà non è solo lui, purtroppo sono pochi quelli che si preoccupano dei più deboli…” e di tutta risposta lui: “e chi è che si occupa di quelli deboli papone?” e qui, cosa assai strana per me, rimango senza parole e l’unica capace di salvarmi, come sempre, è la mia ragazza, che urla, indicando il baracchino sulla spiaggia poco più avanti: “Bimbiiiii, gelato?” e giù grida di gioia e ludibrio generale di piccoli e grandi.
Io resto indietro a fissare il mare con le mani dietro la schiena, in cerca di una riposta dignitosa alla domanda del mio piccolino grande. Risposta che però non cercavo solo per lui ma anche, e forse soprattutto, per me: chi si occupa dei più deboli? D’istinto, nello stesso modo in cui pochi minuti prima avevo dato del fascista al “quasi ex” ministro dell’interno, mi verrebbe da dire che è la sinistra ad occuparsi dei più deboli, o quantomeno che dovrebbe essere la sinistra o i partiti che la rappresentano, e qui il silenzio si fa sempre più assordante e una domanda mi si scaglia contro come onde sulla sabbia: “esiste ancora la sinistra in Italia?” Mi bagno la faccia, mi tuffo in acqua e nuoto a lungo fino ad arrivare al largo, lontano dal formicaio di opinioni stese al sole, per avere una visione più distaccata e meno accaldata. E da lontano, come un funambolo che cammina sulla sua corda e tutto vede dall’alto, io li sento, sento le frasi fatte, le promesse perdute, le puttanate al sole, i mojito, le menzogne, le paroline d’ordine da maschi alpha, gli acuti acidi da casalinghe disperate, le pagliacciate e i tatuaggi, vedo tatuaggi dappertutto, sono tutti tatuati, ovunque e in qualunque parte del corpo e mi chiedo perché, perché le persone siano così stupide alle volte da seguire delle mode senza domandarsi perché, da capire senza comprendere, sentire senza ascoltare, pensare senza riflettere, parlare senza dir nulla, mi domando perché alle volte le persone siano così stupide da votare senza ricordare. Perché siamo così stupidi? perchè siamo sempre, continuamente in grado soltanto di dimenticare? Vado sott’acqua per non sentir nulla, nessun rumore, nessuna voce, nessuna opinione perché oggidì chiunque ha una propria opinione su qualunque argomento pur non avendone alcuna conoscenza. Perché? Poi d’un tratto esco dall’acqua e mi guardo intorno in cerca dell’isola di sinistra che non c’è e li vedo tutti da lontano, ognuno con il suo bel tatuaggio fresco di stampa, pronto per essere esibito sulle peggiori spiagge del Caracas, ognuno con la sua opinione, con la sua ricetta per la crisi in salsa di mojito, ognuno con la sua barca pronta a salvare ogni “migrante irregolare”, ognuno con il suo rosario appeso al collo e mi appare tutto chiaro.
Così nuoto più veloce che posso e torno dal mio piccolino grande, dalla piccolina piccola e dalla mia ragazza. Esco dall’acqua bagnato, senza alcunché stampato sulla mia pelle ma con tutti i miei ricordi tatuati nel cuore e vado dritto verso il mio piccolino. Mi inginocchio, lo abbraccio, lo guardo negli occhi, gli poggio le mani sulle sue spallucce e gli dico: “Piccolo ho la tua risposta! I signori e le signore che governano si chiamano governanti e li scegliamo noi, ma loro vanno e vengono, noi invece restiamo qui e tocca a noi occuparci che le cose vadano bene, tocca a noi controllarli, far sì che non facciano del male a nessuno, tocca noi far sì che nessuno di loro si creda mai in diritto di avere pieni poteri, di essere un re o una regina, perché loro sono al nostro servizio e lavorano per noi, tocca a noi perché “la storia siamo noi” e nessuno si deve mai sentire escluso, tocca a noi far si che le cose vadano meglio giorno dopo giorno, dai più piccoli cambiamenti fino a quelli più grandi, tocca a noi rendere questo mondo migliore, non tocca agli altri perché, come diceva il sommo poeta Tozzi, gli altri siamo noi…” “Chi è Pozzi papone?” “Tozzi non pozzi” e giù risate a crepapelle e lo lancio in acqua ridendo come matti.
E guardandoli ridere mi convinco sempre più che è dai bambini che si dovrebbe ricominciare tutto da capo, raccontando loro favole nuove che sappiano narrare altri mondi possibili, perché è ancora il momento di credere che sia possibile un altro mondo, e anche se la sinistra non sia più rappresentata e rappresentativa, le idee di un’intera generazione che urlava “Voi G8, noi 6 miliardi” sono ancora lì e le si possono ancora urlare, e così, forse, finalmente un giorno accadrà che i figli impareranno dagli errori delle loro madri e le figlie da quelli dei padri e viceversa, e ci sarà soltanto una generazione di persone migliori. O forse no, semplicemente si vorrebbe avere sempre una seconda possibilità. E tutti si spera sinceramente,, in questo momento che questa crisi possa essere una seconda possibilità. O forse no, semplicemente ci auguriamo, come oramai da anni, che accada qualcosa di meno peggio.
La storia siamo noi
nessuno si senta offeso
siamo noi questo prato di aghi sotto il cielo
la storia siamo noi, attenzione
nessuno si senta escluso
La storia siamo noi
siamo noi queste onde nel mare
questo rumore che rompe il silenzio
questo silenzio così duro da masticare
E poi ti dicono:
"Tutti sono uguali
tutti rubano nella stessa maniera"
ma è solo un modo per convincerti
a restare chiuso in casa
quando viene la sera
Però la storia non si ferma
davvero davanti ad un portone
la storia entra dentro le stanze e le brucia
la storia dà torto o dà ragione
la storia siamo noi
siamo noi che scriviamo le lettere
siamo noi che abbiamo tutto da vincere
e tutto da perdere
E poi la gente
perché è la gente che fa la storia
quando si tratta di scegliere e di andare
te la ritrovi tutta con gli occhi aperti
che sanno benissimo cosa fare
Quelli che hanno letto un milione di libri
E quelli che non sanno nemmeno parlare
ed è per questo che la storia dà i brividi
perché nessuno la può fermare
La storia siamo noi
siamo noi padri e figli
siamo noi, Bella Ciao
che partiamo
la storia non ha nascondigli
la storia non passa la mano
la storia siamo noi
siamo noi questo piatto di granoFrancesco De Gregori