Che fine ha fatto la nave Elettra, la casa laboratorio di Guglielmo Marconi
Guglielmo Marconi è stato tra i più grandi inventori italiani di ogni epoca, nato a Bologna nel 1874. Il suo lavoro sulla telecomunicazione a distanza via onde radio, e successivamente lo sviluppo della radio e della televisione, gli valsero nel 1909 il Premio Nobel per la fisica. Per oltre due decenni, insieme alla sua famiglia, Marconi decise di vivere su un panfilo che venne chiamato Elettra. La nave fu utilizzata come casa, ma anche come laboratorio per i suoi esperimenti, prima di esser acquistata dallo stato italiano nel 1937, poco prima della morte dello scienziato. Dopo la requisizione dei tedeschi e il bombardamento delle forze alleate vicino al porto di Zara nel 1944. La storia di Guglielmo Marconi è diventata una nuova serie tv, che andrà in onda su Rai 1 il 20 e il 21 maggio 2024, dal titolo: Guglielmo Marconi, l’uomo che ha connesso il mondo. Il suo personaggio verrà interpretato da Stefano Accorsi.
La Prua sezionata della nave Elettra di Guglielmo Marconi
Che fine ha fatto la nave Elettra di Guglielmo Marconi dopo la sua morte
Come riportano le didascalie del Museo Marconi, la nave laboratorio Elettra di Guglielmo Marconi ha solcato i mari per quasi due decenni, interrompendo la propria corsa proprio nel 1937, poco prima della scomparsa dello scienziato. In quel momento venne acquistato dallo Stato Italiano, che però durante la Seconda Guerra Mondiale, la perse in favore dei tedeschi. In seguito, la barca fu bombardata nell'attentato di Zara nel 1944, sulla costa della Dalmazia. Il relitto fu rimesso a galla una quindicina di anni dopo e rimorchiato fino a un cantiere presso il porto di Trieste. Si valutarono diversi progetti di recupero ma la vicenda terminò nel 1977 con il sezionamento della nave in vari tronconi.
Perché Guglielmo Marconi decise di vivere su una nave con la moglie e la figlia
Per quasi due decenni, Guglielmo Marconi insieme alla sua seconda moglie Maria Cristina Bezzi-Scali e la loro omonima figlia Elettra, solcarono i mari sul panfilo, con esperimenti effettuati nel golfo del Tigullio, che dopo alcuni anni assunse il nome di Golfo Marconi. Lo scienziato effettuava, a bordo della nave, esperimenti di telegrafia, dal lancio di un radio-segnale nel 1930 che attraverso 22mila kilometri arrivando a Sydney, ai primi esperimenti di navigazione cieca, guidato esclusivamente da un radiofaro nel 1934.