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Che cosa significa la parola variante e perché è importante distinguerla da mutazione

Che cosa significa la parola variante? E in cosa si differenzia da mutazione? I contesti in cui questi termini si somigliano, ma spesso sono diversi. E non sempre indicano lo stesso concetto. Ecco perché, circa la famigerata “variante inglese” del virus da cui si sviluppa la Covid-19, comprenderne la sottile differenza linguistica può voler dire molto.
A cura di Redazione Cultura
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La "variante inglese", il "virus mutato". Negli ultimi giorni, relativamente al timore che una forma più pervasiva della Covid-19 stia circolando in Europa e nel mondo (benché non vi siano ancora studi scientifici che lo dimostrino), si è usato spesso questi due termini "variante" e "mutazione" come due sinonimi, due parole che indicano lo stesso campo semantico (e va da sé, scientifico). Anche se in questo articolo non abbiamo alcuna pretesa di spiegare in termini scientifici la differenza tra un virus variato o mutato (il virus potrebbe essere mutato oppure no e presto gli studi scientifici più accreditati ce lo diranno e soprattutto ci diranno se e come i vaccini già prodotti resteranno comunque efficaci o meno), vogliamo però farlo a livello linguistico e semantico. Per chiarire, innanzitutto, che non possiamo usare questi due termini allo stesso identico modo, dettaglio che potrebbe rivelarsi fondamentale nel comprendere di cosa stiamo parlando, soprattutto in relazione alla pandemia da Coronavirus.

Che cosa significa la parola variante

Secondo il dizionario della lingua italiana di Google, fornito da Oxford Languages, la parola variante significa, nella sua prima accezione, una:

Modificazione non sostanziale rispetto a un tipo o a un esemplare ritenuto fondamentale."lo stesso modello d'abito viene presentato in più v."

In secondo luogo, ne indica il campo di applicazione preferito di questa parola, che differentemente da quanto possiamo immaginare, non è né quello dell'urbanistica, né della malattie virali, bensi, quello delle linguistica. Settore in cui la parola variante indica:

In linguistica, ciascuno degli aspetti, diversi per caratteri fonetici, morfologici o anche soltanto grafici, con cui si presenta, nella stessa lingua, un vocabolo, la scelta del quale può essere determinata da ragioni e preferenze personali (per es. psicoanalisi o psicanalisi ), oppure, su un piano diverso, essere conseguenza di usi arcaici (stromento per strumento, ale per ali ), regionali ( piagnere per piangere, spegnere per spengere ), poetici ( carco per carico ); varianti esclusivamente grafiche sono armonium e harmonium, handicappato e andicappato.

Che cosa significa la parola mutazione

Il termine mutazione, invece, indica qualcosa di diverso. Come dicevamo, una differenza sottile rispetto a variante che potrebbe rivelarsi significativa. Sempre secondo il dizionario di Google, per mutazione si intende:

Cambiamento rispetto al quale il concetto di ‘variazione’ si accompagna a quello di ‘sostituzione'.

Perché un fenomeno variato non è necessariamente mutato

Adesso è chiaro perché non possiamo sovrapporre completamente queste due parole e considerarla esattamente dei sinonimi? Il fatto che di un fenomeno si sviluppi una variante, in poche parole, non vuol dire che quel fenomeno sia mutato nella sua interezza, e che quindi in un certo senso possa sostituirsi al precedente. Significa soltanto che quel determinato fenomeno è variato in una sua componente, e che tale cambiamento non sia così grande da favorire una mutazione. Il che non vuol dire che in futuro quel fenomeno in variazione non possa poi mutare. Motivo per cui, a proposito della "variante inglese" della Covid-19, bisogna vigilare e informarsi attentamente su quello che sta (o non sta) succedendo. Tanto in campo scientifico, tanto nel modo in cui usiamo le parole.

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