Che bello che l’Italia stia scoprendo il talento di Lucio Corsi anche nei concerti

Lucio Corsi ha suonato alla Casa della Musica di Napoli, nel club dei tour che sta portando in giro prima dell’Eurovision: l’Italia sta scoprendo il talento live del cantautore.
A cura di Francesco Raiola
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Lucio Corsi - ph Francis Delacroix
Lucio Corsi – ph Francis Delacroix

Se l’obiettivo di Corsi nel fare Sanremo era suonare sempre di più, stare più tempo sul palco e, perché no, allargare la platea di persone che potessero amare le sue canzoni, le sue melodie, c’è riuscito alla grande. Acclamato, non solo per le canzoni più famose, Corsi sta girando i club italiani per portare la sua musica prima di salire sul palco dell'Eurovision Song Contest, dove il cantante rappresenterà l'Italia a maggio, grazie al secondo posto di Volevo essere un duro al Festival di Sanremo e alla contemporanea defezione del vincitore Olly, che ha preferito dedicarsi ai concerti previsti in giro per l'Italia.

E Corsi i concerti li sta tenendo in questi giorni, in location che dopo il festival si sono rivelate insufficienti a soddisfare le richieste di biglietti, portando, però, all'annuncio di date più grandi in estate. Corsi lo ha ripetuto fino allo sfinimento – così come il suo manager Matteo Zanobini – che Sanremo era pensato principalmente per avere la possibilità di suonare il più possibile. Un sogno che si è realizzato, con Corsi diventato il vero fenomeno dell'ultimo festival. Ieri sera abbiamo assistito al concerto di Lucio Corsi alla Casa della Musica di Napoli, un set rock, intenso, fantastico nel senso che sul palco prendono vita le sue storie rodariane. È stato bello vedere come il cantautore maremmano si stia riprendendo tutto quello che è suo, ma soprattutto dà soddisfazione vedere gente che lo ha scoperto a Sanremo innamorarsene subito, cantare La lepre oltre a Volevo essere un duro, ballare sulla cover dei T-Rex, chiedersi che fine abbia fatto Altalena Boy o ascoltare le ombre di Andrea “nel cuore della notte”.

Lucio Corsi - ph Francis Delacroix
Lucio Corsi – ph Francis Delacroix

Corsi alterna un set più "acustico" a uno più uptempo, ma la sensazione generale è che quella tirata su da Corsi sia una grande giostra Rock ‘n' Roll, grazie anche a una band che sul palco realizza tutti i suoi desideri. E live si vede l'entusiasmo del cantautore che corre sul palco, si getta tra il pubblico, costringendo il direttore di palco a corrergli appresso per liberare il cavo del microfono: tra cambi d'abito, di cappelli, magliette tolte, Corsi intrattiene il pubblico napoletano impazzito, che canta a memoria tutto e ascolta con estrema attenzione alcuni inediti – come La gente bassa, versione corsiana di Short People di Randy Newman: "Un giorno mi piacerebbe registrarla" (prima però aveva accennato “Un vero amico” resa famosa da Cocciante) – la cover di 20th Century Boy dei T-Rex oppure il mix di Maremma Amara e "E non andar più via" di Lucio Dalla oltre a Nel blu dipinto di Blu che cantò con Topo Gigio nella serata delle cover del Festival.

Benché in molti lo abbiano scoperto a Sanremo, e quindi probabilmente "Volevo essere un duro" per loro è l’album di debutto e unico del cantante maremmano, Corsi arriva sul palco con una selezione di 30 canzoni (da Cosa faremo da grandi a Trieste, passando per Tu sei il mattino, Situazione complicata, Francis Delacroix, che bissa, e Astronave Giradisco), lasciandone fuori svariate. È il risultato di 10 anni di viaggio su e giù per l’Italia, di cinque album (contando anche l'unione dei primi due Ep), di tantissime storie che il cantautore ha raccontato in questi anni. Perché, è bene ribadirlo, Corsi è la dimostrazione che sono tantissimi gli artisti italiani da scoprire – e fa ridere dirlo di un artista stimato da anni -, che basta andare un attimo oltre la propria pigrizia per scoprire qualcuno che possa davvero piacerci. La poetica di Corsi è ciò di cui innamorarsi a casa, ma live la sua energia è travolgente e c'è un'estate di concerti per scoprirlo.

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