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Cesare Cremonini: “Sto scrivendo tante canzoni ma ho ancora un dolore infinito nell’anima”

Cesare Cremonini sta raccontando su Instagram un po’ di sé, delle canzoni che sta scrivendo e del dolore che ancora l’accompagna.
A cura di Redazione Music
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Da qualche giorno Cesare Cremonini sta condividendo su Instagram, con i fan, una serie di post in cui ricorda momenti difficili vissuti in passato. Il cantautore bolognese, il cui ultimo album è "La ragazza del futuro", uscito nel 2022, ha comunicato di avere così tante canzoni da poterci fare due album, ma per adesso è ancora presente un dolore che lo accompagna da un po' e che, in qualche modo, continua, è motore per la nascita di altre canzoni. Questa quantità enorme di canzoni, però, per adesso non sono ancora indice di ritorno discografico né, tantomeno, di un ipotetico ritorno live, ma servono comunque a riscaldare la strada che porterà ulteriori novità.

Qualche giorno fa, infatti, Cremonini ha postato l'immagine di un microfono in studio di registrazione, con un piano in secondo piano, e l'ha accompagnato con questa didascalia: "Ci sono così tante canzoni nuove da farci due album. Ma non sono pago. Non ho svuotato ancora del tutto questo tempo. Ho ancora un cazzo di dolore che sembra infinito nell’anima e una rabbia e un bisogno di amore e di felicità così forte e un senso di gratitudine talmente potente che sento che ne nasceranno ancora. È ancora presto per tornare sul palco. Dovrà essere un paradiso quel posto. Ma intanto iniziamo a cantare che ci sono così tanti cori che ci vorrebbero due anni solo per loro!".

Oggi, invece, il cantautore è tornato su Instagram, postando una sua foto del 2016, nel momento in cui nacque "Nessuno vuole essere Robin", una delle canzoni che è diventata cult per il cantautore: "Questa fotografia è del 2016. La scattò la mia ragazza di allora. Stavo iniziando a scrivere Nessuno vuole essere Robin. Non stavo bene. Pesavo 100 kg. Mi ero annientato per fare un disco. Una cosa stupida. O meglio, avevo annientato i sentimenti nei confronti di chi mi circondava, perché ero entrato in una folle simbiosi con il resto del mondo. Non so come e perché ma ci ero cascato dentro, in totale connessione con le emozioni delle persone che non conoscevo. Dei ragazzi e delle ragazze che vedevo camminare per strada, dei cuori che non erano il mio ma che amavo lo stesso perché pulsavano dentro alla mia città, delle notizie che ascoltavo in televisione e di chi le annunciava, delle foto che guardavo sui social. Ho capito più tardi che era un peso che alla lunga mi poteva distruggere. Ma una notte mi sono seduto sul letto con la chitarra e… come mai sono venuto stasera? Bella domanda…".

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