Cattedrale Notre Dame, le sedici statue ottocentesche sono salve: la loro storia dà speranza
Nel pomeriggio di ieri, lunedì 15 aprile, un vasto incendio ha rischiato di distruggere quasi del tutto la cattedrale di Notre Dame, a Parigi. Fortunatamente, grazie anche all'incessante lavoro dei vigili del fuoco, non tutto è andato perduto: dell’immensa quantità di opere d’arte e reliquie conservate in questa bellissima chiesa gotica non è ancora certo quante si siano effettivamente salvate e quante no. Molti sono i dubbi sull'integrità delle decine di dipinti che decoravano l’interno, mentre qualche sicurezza in più è data dalle decine di statue che già sono state recuperate: fra queste, spiccano le sedici sculture degli Apostoli, salvate per una curiosa “coincidenza”.
Le sedici statue di Notre Dame: simboli di salvezza
Alcuni parlano di coincidenza, altri di un vero e proprio miracolo. Altri ancora, vedono nella vicenda che riguarda le sedici statue che pochi giorni fa erano state rimosse dalla guglia centrale, andata completamente distrutta, un presagio nefasto di tragedia: le sculture in bronzo, tre metri di altezza per 250 chili, erano considerate dai parigini le guardiane della città.
L’11 aprile, contestualmente ai lavori che avrebbero dovuto rimettere in sicurezza la guglia centrale e parte del tetto, erano state rimosse e portate a Périgueux, un piccolo comune nel sud della Francia, per un lungo intervento di restauro che avrebbe permesso di riportarle in cima al tetto della cattedrale nel 2022. È stato così, con una coincidenza che rasenta l’incredibile, che le sedici statue si sono salvate.
Ma qual è la loro storia? Le statue “guardiane” di Parigi sono state realizzate nell’Ottocento dallo scultore Adolphe-Victor Geoffroy-Dechaume, al cui nome è legato anche il bellissimo reliquiario della Corona di Spine (anch’esso salvato dalle fiamme) e la celebre statua in pietra del “Beau-Dieu” situata sul portale del Giudizio Universale, sulla facciata occidentale della cattedrale.
Dodici apostoli più quattro evangelisti, che lo scultore scelse di posizionare in modo che fossero visibili da qualsiasi angolazione si guardasse al tetto della guglia. Tutte a loro volta guardavano verso i tetti di Parigi, vegliando dall’alto di quei 90 metri ormai distrutti il destino della città. Da quando erano state installate, nel 1860, non avevano mai lasciato il loro avamposto: dopo la totale distruzione della guglia è difficile dire quando potranno tornare al loro posto. Ma è proprio quest’attesa che dà speranza ai parigini.
Le opere d’arte di Notre Dame: cosa si è salvato?
Per una volta, è possibile iniziare a quantificare ciò che si è salvato, oltre a ciò che è andato distrutto: intatto è il Tesoro della Cattedrale, trasferito nella sede del comune cittadino prima di trovare ricovero presso il museo del Louvre. La Corona di Spine, insieme al reliquiario, la tunica di San Luigi, una parte del legno della Santa Croce e uno dei chiodi sono scampati alle fiamme.
Incerto ancora è il destino dei bellissimi rosoni in vetro policromo del XIII secolo, così come quello degli organi custoditi all'interno della cattedrale. Delle decine di statue che decoravano gli altari e le cappelle, ancora nessuna notizia certa, mentre poche sono le speranze per gli oltre ottanta dipinti, molti dei quali sono già passati al vaglio degli esperti che hanno dichiarato l’impossibilità di staccarli dalle pareti.