Carnevale: i Saturnali, l’origine della festività nell’antica Roma
Roma ha sempre avuto una vivacissima tradizione carnevalesca: fino all'Unità d’Italia le strade della Capitale venivano ogni anno invase da feste, maschere e dissolutezze, esplicitamente ispirate ai Saturnali degli antichi. È infatti proprio questa, secondo l’interpretazione più accreditata, l’origine del nostro Carnevale: le celebrazioni in onore dei dio Saturno erano l’evento più importante dell’anno, in cui ogni schiavo diveniva re e il potere e la legge venivano aboliti.
“Levare la carne”? L’etimologia incerta
Le radici della celebrazione carnevalesca sono molto complesse poiché si pongono a metà strada fra il mondo greco e quello romano, sviluppandosi all’interno del sincretismo culturale proprio dei primi secoli del Cristianesimo. La stessa etimologia è incerta: la parola “Carnevale” compare molto tardi, alla fine del XIII secolo, in alcuni testi giullareschi, e il suo significato offre molteplici interpretazioni.
Quella più comune è che si tratti della contrazione dell’espressione latina “carnem levare”, ovvero “eliminare la carne”, essendo questo l’ultimo giorno in cui era possibile mangiarla prima della Quaresima. Nella stessa sfera di significato rientrano “carnem vale”, ovvero “l’addio alla carne”, o “carne levamen”. Diverso è invece il significato se si segue la linea del “carnualia”, ovvero degli antichi giochi campestri.
I Saturnali: l’antico Carnevale romano
Anche se non del tutto chiara, l’etimologia della parola ci illumina su un dato fondamentale: l’origine del Carnevale, per come lo conosciamo noi, si pone già all’interno di una tradizione cristiana che sta pian piano consolidando i suoi rituali e le sue pratiche. Ma il Carnevale ha un legame molto profondo anche con la religiosità pagana, poiché continua seppur in veste nuova la tradizione dei Saturnali.
Celebrate solitamente a dicembre, fra il 17 e il 23, queste antiche festività erano legate al ciclo vitale del sole e alla profonda spiritualità connessa con il Sole Invictus e la conclusione del ciclo naturale delle stagioni. In questo periodo, tutto era permesso: il potere era sospeso, e servi e schiavi prendevano il posto dei padroni in lunghissime processioni che affollavano le strade della città. La pratica di vestire gli schiavi nei panni dei signori è molto antica: alcune fonti ci dicono che era pratica abituale eleggere un re della festa che, alla fine della giornata, veniva messo a morte.
Niente guerre, né processi né lavoro: tutto è festa durante i Saturnali. “Semel in anno licet insanire”, erano soliti dire i romani: una volta l’anno, in onore del dio delle semine e dei raccolti, ognuno abbandonava la propria maschera per vestirne un’altra, senza freni né inibizioni. La festività era talmente radicata nel sentimento popolare che nemmeno la Chiesa poté niente per proibirla, secoli dopo: ecco perché, almeno fino al XIX secolo, Roma continuò a celebrare un Carnevale memorabile.