Capri, Baia e Pozzuoli: ecco dove gli antichi romani trascorrevano le loro vacanze
Anche gli antichi amavano trascorrere l'estate dedicandosi esclusivamente al sole, al mare e al divertimento. Pur essendo un lusso concesso a pochi, sono tantissime le testimonianze giunte fino a noi di come i romani trascorrevano le proprie vacanze lontano dall'affollata e insalubre capitale: in veri e propri "residence" per la villeggiatura con tanto di palestre, terme e luoghi deputati all'ozio e allo svago.
La movida estiva di Capri e Baia
Ma quali erano i luoghi preferiti dai romani per le loro vacanze? Grazie ai numerosissimi reperti archeologici giunti fino a noi la risposta è semplice: oltre alla Toscana e ai laghi del Nord, gli antichi abitanti di Roma prediligevano soprattutto le coste di Sorrento, l'area flegrea e le isole come Procida o Capri. Qui si trova, ad esempio, la magnifica Villa Jovis voluta dall'imperatore Tiberio in persona per trascorrere le sue vacanze: con una superficie di 7 mila metri quadri, la villa doveva essere un vero e proprio centro estivo con tanto di osservatorio astronomico e terme ad uso esclusivo dell'imperatore.
Oltre alle famose località di Ercolano e Oplonti, luoghi meno esclusivi ma altrettanto gettonati per le vacanze estive, anche la zona dei Campi Flegrei, di Pozzuoli e di Baia era grandemente apprezzata dai romani: soprattutto a Baia doveva esserci, in epoca imperiale, grande fermento. Lo scopriamo grazie alle numerosissime testimonianze di storici e poeti, non sempre entusiaste: Properzio, Marziale, Cicerone e addirittura Seneca sono concordi nel definire Baia un luogo di dissolutezza e malcostume. L'antica movida flegrea aveva qui il suo centro più dinamico e frequentato. Peccato che all'epoca la sua fama non fosse delle migliori: "spiaggia ostile da sempre alle fanciulle pudiche, vergogna d'Amore", "un luogo che richiede li bidone", leggiamo nelle Epistole a Lucilio e negli Epigrammi di Marziale.
Le prime guide turistiche
Oltre ad iniziare a viaggiare per diletto, gli antichi romani furono i primi a redigere le antenate delle moderne guide turistiche: la prima, più famosa fin dall'antichità, è quella redatta da Marco Agrippa nel 20 a. C. Basata sulle misurazioni stradali iniziate durante il regno di Augusto, questa mappa fu la prima a permettere ai cittadini romani di conoscere la geografia dell'Impero, con tanto di indicazione dei collegamenti principali e di distanze da un luogo ad un altro.
Celebre è anche il Codex Vindobonensis, conservato a Vienna: l'unica carta stradale romana giunta fino a noi, in una copia medievale del XII secolo. Più ampia e dettagliata di quella di Agrippa, essa si estendeva dalle Colonne d'Ercole fino all'India, e includeva vere e proprie indicazioni turistiche sui luoghi d'interesse, quelli di sosta e le osterie: una vera e propria guida al turismo ante litteram.