Capo Colonna, ricostruito in 3D il tempio di Hera Lacinia
Una colonna che da tempo immemore se ne sta al limite estremo del promontorio di Crotone, anticamente chiamato "Lacinion", e che oggi dà il nome alle rovine del tempio con l'ultima colonna rimasta in piedi, da cui appunto l ‘espressione Capo Colonna. Almeno cinquecento anni sono passati da quando il tempio dentro cui prima la colonna era inglobata fosse saccheggiato e distrutto. Oggi resta un'area archeologica di straordinario valore, anche per il paesaggio che gli fa da sfondo.
L'area archeologica di Capo Colonna, a Crotone, testimonia uno dei più importanti siti della Magna Graecia dall'età arcaica fino al IV secolo a.C., finché fu sede della lega Italiota, prima che si trasferisse a Taranto. Il sito del santuario era in una posizione strategica lungo le rotte costiere che univano Taranto allo stretto di Messina, su un promontorio chiamato anticamente Lacinion, che diede anche l'epiteto alla dea venerata, Hera Lacinia.
Il video ricostruisce Hera Lacinia
Oggi, finalmente, grazie alle ricerche degli studiosi e alla tecnologia è possibile ricostruire, immaginare e dunque "vedere" come si presentava il tempio prima che di esso ne resistesse soltanto una colonna, da cui l'intero nome odierno dell'area. Il santuario era stato edificato alla fine del VI secolo a.C. ed era anche chiamato di Hera Eleytheria, come resta testimoniato da un'iscrizione sul cippo del Lacinion, al Museo archeologico nazionale di Crotone.
Nel XVI secolo fu quasi completamente saccheggiato per riutilizzare i materiali da costruzione. L'area archeologica di Capo Colonna è un sito archeologico statale situato in località Capo Colonna, vicino Crotone, raggiungibile tramite una strada costiera dal capoluogo.