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Buon compleanno Ernest Hemingway: lo scrittore che sfidò la vita per sconfiggere la morte

Il 21 luglio del 1899 nasce a Oak Park, nell’Illinois, quello che per molti è stato il “primo scrittore del XX secolo”. Colui che creò il mito dello scrittore sempre in lotta con la vita: combatté in guerra, amò molte donne, fu uno strepitoso bevitore. E divenne persino amico di un orso, con cui si ubriacò per festeggiare tra i boschi del Montana.
A cura di Redazione Cultura
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Il 21 luglio del 1899, 119 anni fa, sul finire di un secolo fondamentale nella storia, nasce a Oak Park, nell'Illinois, quello che per molti è stato il "primo scrittore del XX secolo". Quell'Ernest Hemingway che con il suo stile di scrittura essenziale ed "esperenziale" è stato da molti considerato il capostipite di diverse scuole di scrittura del ventesimo secolo: il minimalismo e la beat generation su tutte. La semplicità come obiettivo letterario, la frase come giro di luce intorno all'oggetto verso cui far chiarezza, ben sapendo che, come un iceberg, la gran parte di ciò che c'è resta sotto. Le parole raccontano la parte visibile, sotto di loro c'è il resto. Nel silenzio c'è praticamente tutto.

A volte, quando inizio una nuova storia e non riesco ad andare avanti, mi siedo di fronte al camino e inizio a buttare la buccia di alcune piccole arance verso gli angoli delle fiamme e osservo gli zampilli blu che si creano. E così che finalmente scrivo una frase vera, e parto da lì. È facile perché c’è sempre una frase vera che conosco o che ho sentito dire da qualcuno. E quando mi accorgo che sto scrivendo in maniera elaborata o come qualcuno che introduce un tema o presenta qualcosa, mi fermo e taglio la tiritera. Butto via e ricomincio dalla prima semplice frase che ho scritto.

Così diceva a chi gli chiedeva un consiglio sulla scrittura. La frase vera. Almeno cinque o sei straordinarie generazioni di autori si sono formate nel segno dei suoi romanzi e racconti, da "Il vecchio e il mare" ad "Addio alle armi", passando per "Festa mobile", senza dimenticare gli straordinari "Quarantanove racconti". La sua bibliografia è una sterminata carrellata di classici della letteratura in cui la vita sfida continuamente la morte, ben sapendo che la morte prima o poi la vincerà su tutto – e chi è stato in guerra lo sa – ma intanto che ci siamo – avrebbe detto il buon vecchio Ernest a un caffè parigino – siamo obbligati a sondarne i limiti, a spingerci sulle soglie dell'abisso e dell'assurdo. Leggenda vuole che una volta, in Montana, visse con un orso, dormendoci insieme, ubriacandosi con lui. "Divennero buoni amici" scrisse nel 1950 l’ex scrittrice e giornalista del New Yorker, Lillian Ross, che pubblicò un profilo dettagliato di Hemingway.

Ma la forza di Hemingway è stata anche quella di diventare un modello al contrario. Scrittori e lettori che, in ragione del suo stile "minimale" hanno ritenuto di dover sviluppare un modo di scrivere diverso, totalmente altro. Si è grandi anche per questo, non solo facendo la differenza, ma per differenza.

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