“Breve trattato sul lecchino”: da Aristotele a Dante, adulare è il mestiere più faticoso del mondo
Se la gioca con ben altri mestieri per quanto riguarda l'essere o meno il più antico del mondo, di certo è il più faticoso. Stiamo parlando del "leccapiedi" di professione, altrimenti detto "lecchino" o "falso adulatore", ammesso che gli adulatori non siano sempre già di per sé falsi. Ne parla in un libro, pubblicato di recente da La Nave di Teseo, il docente e politico Antimo Cesaro intitolato "Breve trattato sul lecchino".
In cui il professore di Scienza e filosofia politica e Teoria del linguaggio politico presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, già membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali, deputato e sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività culturali, attraverso la storia e la letteratura – da Aristotele a Dante, da Machiavelli a Musil – descrive il ritratto impietoso di una creatura immortale: il lecchino.
Il lecchino è sintesi sublime di disposizione e arte, di natura e cultura, di attitudine e abilità, di genio e capacità organizzativa. Quest’essere straordinario deve dimostrare di possedere e coltivare una virtù fondamentale: la pazienza. Egli sa di dover leccare oggi per incassare domani. A furia di ingoiare rospi, sorridere a comando, applaudire e leccare scarpe e altro, con modestia, senza fiatare, il lecchino assumerà via via posizioni di sempre maggiore rilievo nell’ambito di un ministero, di un’università, di un movimento politico, di un ordine professionale. Proprio al raggiungimento del culmine della carriera si consuma il dramma esistenziale del nostro Campione: si renderà conto di non avere più a disposizione scarpe o natiche per le quali valga veramente la pena adoperarsi.
Antimo Cesaro, napoletano, classe 1968, è stato autore di numerosi saggi sul pensiero politico e la filosofia delle scienze sociali, tra le sue ultime pubblicazioni i lavori monografici Lingua gladio et pecunia (2011), La politica come scienza (2013), Arcana tabula (2016) e Il sovrano demiurgo (2018), nonché le edizioni critiche del cinquecentesco Discorso sul liocorno di Ambroise Paré (2014) e della Città del Sole di Tommaso Campanella (2018).