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Brainrot, il neologismo che descrive gli utenti col “cervello marcio” è la parola dell’anno per l’Oxford Dictionary

Contenuti privi di significato che si succedono senza sosta sotto il dito che scorre sullo schermo dello smartphone. Questo è il ‘brain rot’. Un concetto nato nel 1854 ed ora ’Oxford Word of the Year’ che invita a riflettere sull’impatto dei social media.
A cura di Biagio Chiariello
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Significa letteralmente ‘cervello in decomposizione' e può essere scritto sia come una parola unica che separata. ‘Brainrot' è un termine che nasce addirittura due secoli fa, da un capolavoro del pensatore americano Henry David Thoreau, ma è negli ultimi tempi che ha iniziato a spopolare o sui social, soprattutto su TikTok. E proprio ai social fa riferimento, o più precisamente a quella condizione tipica degli utenti che trascorrono troppo tempo scorrendo passivamente la bacheca, accumulando informazioni perlopiù inutili e superficiali.

Perché brain rot è la parola dell'anno

Un concetto decisamente dunque attuale. Anche e soprattutto per questo l’Oxford Dictionary ha incoronato ‘brain rot' come parola simbolo dell’anno. Il prestigioso dizionario britannico definisce tale espressione come "il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona. Spesso considerato il risultato del consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco stimolante".

La prima apparizione del termine ‘brain rot' risale al 1854, nel libro Walden di Henry David Thoreau, dove viene utilizzato per denunciare il declino dell’impegno intellettuale e la tendenza verso idee semplicistiche. Oggi, però, il termine ha acquisito un significato specifico, come spiegato dal presidente di Oxford Languages, Casper Grathwohl:

"Brain rot parla di uno dei pericoli percepiti della vita virtuale e di come stiamo usando il nostro tempo libero. Costituisce uno dei capitoli da affrontare nel dibattito culturale sul rapporto tra umanità e tecnologia. Non sorprende che così tanti elettori abbiano abbracciato il termine, sostenendolo come scelta di quest’anno".

In un articolo del New York Times pubblicato a giugno, il pediatra Michael Rich, fondatore del Digital Wellness Lab, spiega che i suoi pazienti usano il termine ‘brain rot' per descrivere l'effetto di un eccessivo tempo trascorso in Rete: "La tua consapevolezza si sposta sullo spazio online rispetto a quello reale. Tutto viene filtrato attraverso la lente di ciò che è stato pubblicato e di ciò che può essere pubblicato".

In sostanza, le giornate si organizzano in funzione di attività ‘da postare' o ‘non da postare' (su Instagram o TikTok).

Rich osserva che molti suoi pazienti vedono il ‘brain rot' quasi come motivo di vanto. Alcuni addirittura fanno a gara su chi passa più ore davanti allo schermo. Lo affrontano con ironia, pur consapevoli delle conseguenze dell’uso ossessivo di internet. “Anche se vivono gli effetti del brain rot, non lo vedono come un motivo sufficiente per allontanarsene,” evidenzia il medico.

Le altre finaliste per l'Oxford Dictionary

Brain rot ha battuto cinque altre finaliste. Anzitutto ‘demure', parola del 2024 per dictionary.com. La traduzione italiana sarebbe ‘modesto', ‘riservato', ‘discreto'. Il termine è diventato virale dopo un video pubblicato lo scorso agosto dalla TikToker americana Jools Lebron. In appena 17 secondi, l’ex cassiera dell’Illinois parlava di come essere “umili a lavoro”.

Superato anche ‘Dynamic pricing' ovvero la strategia di prezzo utilizzata dalle aziende per adattarsi ai cambiamenti della domanda. Se n'è parlato sopratutto quando il concetto è stato applicato alla vendita dei biglietti per l’attesissimo nuovo tour degli Oasis.

Altra finalista è stata ‘lore', in questo caso la traduzione dall’inglese offre significati come tradizione, leggenda, o, più ampiamente, folklore. Nel caso di un videogioco, la lore comprende tutti gli eventi e i personaggi che costruiscono l’universo narrativo in cui si svolge la storia. ‘Romantasy' è invece un termine che indica uno specifico sottogenere del romance, che mescola romanticismo, avventura ed elementi magici tipici del fantasy. Infine ‘slop' indica contenuti online di scarsa qualità creati tramite intelligenza artificiale.

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