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Bolzano, recuperati oltre 6000 reperti fossili

Tra i pezzi finiti nelle mani di un “appassionato” altoatesino, pezzi antichi fino a 67 milioni di anni e tre uova di dinosauro dal valore inestimabile, trafugate dalla Romania e che ora saranno restituite al legittimo proprietario.
A cura di Nadia Vitali
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Tra i reperti finiti nelle mani dell'altoatesino, pezzi antichi fino a 67 milioni di anni e tre uova di dinosauro dal valore inestimabile, trafugate dalla Romania e che ora saranno restituite al legittimo proprietario.

Purtroppo per lui, e fortunatamente per tutti gli altri, uno dei suoi complici rumeni non ha proprio saputo resistere alla tentazione di mettere alcune foto online che ritraevano alcuni tra i gioielli di maggior valore della collezione dell'altoatesino: le tre uova fossili di Telmatosaurus Transsylvanicus, un dinosauro erbivoro vissuto circa 67 milioni di anni fa. Ma assieme a queste, sottoposte immediatamente ad indagini che hanno rivelato all'interno di due di esse dei cuccioli di dinosauro, i Carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale hanno trovato molto, molto altro.

In tutto 6400 reperti, praticamente una collezione illegalmente detenuta degna del miglior museo paleontologico che ha destato lo stupore anche delle forze dell'ordine, trovatesi davanti a fossili d'ogni tipo, dai piccoli frammenti ossei ai pezzi che misurano fino a due metri: il tutto a San Candido, nella Provincia Autonoma di Bolzano, a casa di un uomo altoatesino «conosciuto in tutte le Dolomiti» secondo quanto spiegato presso la sede romana dell'ambasciata della Romania, dal generale Pasquale Muggeo, che ha guidato le operazioni di recupero.

Le uova, infatti, erano state trafugate nel 2005 dal sito paleontologico di Tustea, protetto dall'UNESCO: carabinieri italiani e polizia rumena indagavano da anni, poi, finalmente, la svolta grazie a quelle foto imprudentemente pubblicate sul web. Ora, a diversi mesi dal loro ritrovamento e dopo le dovute ricerche per accertare che fossero proprio quelle scomparse, sono state consegnate alle autorità diplomatiche rumene che riporteranno al posto loro questi tesori; tesori veri e propri, se si pensa che ognuna di questa poteva avere, sul mercato nero, un valore commerciale  di 500 000 euro. Il gruppo che ha compiuto il furto era composto, oltre che dall'altoatesino, da un austriaco e da due rumeni.

L'uomo è un cinquantenne ben noto all'ambiente degli appassionati oltre che al Museo Paleontologico di Bolzano al quale, tempo fa, aveva chiesto un'autorizzazione per alcuni scavi: ottenutala, aveva tenuto per sé i reperti più significativi, tentando successivamente di rivenderli allo stesso museo. Tramite le indagini, è stato possibile per i carabinieri arrivare anche ad un suo amico, con il quale condivideva le medesime passioni per la ricerca e l'appropriazione illecita di beni culturali, nella cui casa sono stati ritrovati 5000 reperti.

Ora sono entrambi indagati. Fatta esclusione per queste uova, si ritiene che tutti i reperti provengano da un sito altoatesino nel quale sono stati condotti scavi illegali, stando alla testimonianza dell'uomo; priorità delle analisi scientifiche sarà ora accertarsene e localizzare la zona. Chissà quale tesoro dell'umanità ci era stato tenuto nascosto.

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