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Boccaccio in un tweet? Online un insolito concorso letterario

È già online l’iniziativa della Società Dante Alighieri per celebrare i 700 anni dalla nascita di Boccaccio: sintetizzare le novelle del Decameron in tweet di 140 caratteri. I più divertenti e originali saranno premiati nel corso di un evento che si terrà a metà novembre.
A cura di Andrea Esposito
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Per celebrare i 700 anni dalla nascita di Giovanni Boccaccio, la cui prosa per molti secoli è stata il contrassegno dell’italiano letterario, la Società Dante Alighieri ha indetto un concorso via Twitter che ridefinisce con brio e acume la pedante liturgia degli anniversari letterari: riassumere ciascuna novella del Decameron in un tweet di centoquaranta caratteri, citando l’hashtag ufficiale del concorso #14000DB (che significa 140 caratteri per 100 novelle del Decameron di Boccaccio) e aggiungendo il numero della giornata e della novella. Due sono le tipologie di “cinguettio” ammesse, i tweet narrativi, vale a dire, dei piccolissimi riassunti in prosa, oppure i tweet in metrica, nei quali i partecipanti sono stimolati a cimentarsi con la rima.

Proprio questi ultimi stanno riscuotendo un notevole successo e, in alcuni casi, dei risultati molto divertenti. Ad esempio, ricordate la beffarda parabola di Ser Ciappelletto che lo stesso Boccaccio definisce “il peggior uomo che mai nascesse”? Ecco un tweet in rima: #14000DB 1.1 Gente citrulla loda le gesta di Ciappelletto, canaglia funesta. Strano destino ebbe per sorte: passare per santo dopo la morte. O un altro dedicato alla Quarta Novella della Prima Giornata in cui un frate sorpreso dall’Abate in dolce compagnia finisce col coinvolgere il superiore nella malefatta: #14000DB 1.4 Che disponibile è la fanciulla: dopo il frate, l'abate trastulla. Triplice patto? Sarà efficace, ma quella cella è una fornace.

Ricordiamo che il concorso si chiuderà l’8 novembre con un ancora non precisato evento pubblico in cui saranno premiati gli autori dei tweet più divertenti e originali e che il progetto nasce da un’idea di Massimo Arcangeli con il coordinamento linguistico di Valeria Noli.

Ma, ritornando a noi, a parte l’aspetto ludico, ci sembra che l’iniziativa offra la possibilità di esercitare una forma di scrittura molto precisa e consapevole pur utilizzando la tastiera del proprio smartphone, strumento ritenuto da molti la causa della crescente corruzione, soprattutto ortografica, dell’italiano scritto. Inoltre, questo progetto è anche un valido pretesto per riprendere tra le mani il capolavoro boccaccesco che, essendo diviso in brevi novelle, non necessita di grosso impegno, in termini di tempo, nella lettura.

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Curiosa, in aggiunta, è la considerazione che il linguista Lorenzo Tomasin fa sulle pagine del “Domenicale” in merito al progetto: “si può partire dal fatto che i cento riassunti delle novelle esistono già, e sono opera dell’autore stesso. Il quale dotando ciascun ‘pezzo' di una rubrica introduttiva, faceva qualcosa di nuovo e di antico insieme”. E in effetti è proprio così. Sfogliando il Decameron si può notare che ogni novella è introdotta da una nota dell’autore che ne descrive per sommi capi l’argomento. Ma Tomasin si spinge oltre provando a “incastrare” alcune di queste introduzioni nella finestra riservata ai tweet. Il risultato è che, con qualche accorgimento, lo stesso Boccaccio aveva utilizzato circa lo stesso formato, a riprova della sua incredibile modernità. O forse è semplicemente come diceva Rainer Maria Rilke in Lettere a un giovane poeta: “il futuro entra in noi, per trasformarsi in noi, molto prima di essere accaduto”.

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