Bilotta e il Dylan Dog del futuro: “Un ultimo e un filosofo”
È previsto per domani l'incontro che Alessandro Bilotta terrà con i fan della Sardegna, alla Sala Conferenze della Biblioteca Centrale di Quartu Sant'Elena in via Dante 66 dove, in un evento presentato da Loriga Fumetti, si terrà la conferenza di presentazione di "Dylan Dog – Cronache dal pianeta dei morti", volume edito da BAO Publishing che raccoglie le avventure dell'indagatore dell'incubo in un futuro distopico e popolato dai ritornanti.
E proprio allo sceneggiatore romano abbiamo rivolto alcune domande per toglierci qualche curiosità sul suo lavoro. "Dylan Dog – Cronache dal pianeta dei morti" è una pubblicazione che non può mancare nelle librerie dei dylaniati e che fa da prologo ideale per l'imminente Fase 2, dove le storie inedite dal Pianeta dei Morti continueranno ad essere pubblicate sullo "Speciale Dylan Dog".
1. Quando è nata l'idea di scrivere delle storie di Dylan Dog nel futuro? Ci racconti la genesi di quest'avventura, che oggi vede i primi tre episodi della serie (apparsi nel Dylan Dog Color Fest e Dylan Dog Albo Gigante) oggi raccolti in volume da BAO Publishing?
La genesi è ben descritta all’interno del volume stesso. Anche se ambientate nel futuro, queste storie hanno l’ambizione di riprendere un Dylan Dog del passato, un po’ più esistenzialista e filosofo. Gli zombi sono molto utili a questo scopo, penso siano i mostri più filosofici; lo sapevano bene Richard Matheson, che li ha creati, e George Romero, che li ha portati al successo.
2. Il tuo protagonista è un cinquantenne rimasto fedele ai suoi ideali che si trova perso e isolato, colpito in modo straziante nei suoi affetti più importanti, in un mondo in completa sventura. Cosa rimane di Dylan, senza il supporto dell'ispettore Bloch e senza la complicità del fedele Groucho?
Resta appunto un Dylan Dog in bilico fra la fedeltà e l’infedeltà ai propri ideali. Più che perso e isolato, lo definirei ultimo.
3. Il tema degli zombie oggi affolla il mondo dell'intrattenimento, dai telefilm alle app per smartphone. Nelle tue tre storie però tornano ad avere quella funzione “romantica” che un po’ si era persa negli ultimi anni. Sono dei perseguitati, si riesce ad entrare in empatia con loro, si fa quasi il “tifo" per loro. Come mai questa scelta?
Come ti dicevo, sono un genere di mostro, sono delle creature che possono essere utili a lanciare degli interrogativi sulla vita degli umani, a patto che li si metta e confronto con essi o si cerchino le idee simboliche che possono rappresentare.
4. Rimanendo in tema di orrori, quali sono le cose che ti fanno più paura?
Il tempo che passa, le conseguenze che questo porta, e l’impossibilità di una risposta a ogni domanda che ci si pone a riguardo.
5. Domanda ricorrente in questo primo ciclo di interviste su Fanpage: il fumetto o il Graphic Novel del 2014 che senti di consigliare ai nostri lettori.
Proporrei di aggiornarci per la risposta alla fine del 2014. Intanto posso dirti che il fumetto del 2013 è “Il Nao di Brown” di Glyn Dillon