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Biennale Teatro 2014: a Jan Lauwers il Leone d’oro alla carriera

Lunedì 4 agosto Jan Lauwers sarà insignito del Leone d’oro alla carriera nell’ambito di Biennale College Teatro. Mentre a Fabrice Murgia, neo trentenne artista belga, sarà consegnato il Leone d’argento.
A cura di Andrea Esposito
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Lunedì 4 agosto Jan Lauwers sarà insignito del Leone d’oro alla carriera nell’ambito di Biennale College Teatro 2014. Mentre a Fabrice Murgia, neo trentenne artista belga, sarà consegnato il Leone d’argento.

Leone d'argento

Fabrice Murgia è un regista che in Italia circa tre anni fa abbiamo avuto l’opportunità di conoscere attraverso il progetto "Cities on stage" una coproduzione tra il Teatro Nazionale di Bruxelles, L’Odeon di Parigi e lo Stabile di Napoli, in cui ha presentato “Exils”, uno spettacolo che ottenne un considerevole successo e che confermò le aspettative molto alte che si avevano all’epoca su questo giovane talento. Oggi la Biennale lo consacra come nuova promessa della scena internazionale.

Leone d'oro alla carriera

Ma passiamo a Jan Lauwers. Se volessimo cavarcela seguendo criteri di brevità e ortodossia potremmo comodamente definirlo un drammaturgo, regista e artista visivo di fama internazionale, la cui produzione, pur essendo molto varia e intrinsecamente intertestuale, o se si vuole multi mediale, è in buona sostanza orientata verso il teatro e le arti performative. Se invece vogliamo dirla tutta e farci capire anche da chi legittimamente non lo conosce diremmo che Jan Lauwers è molto di più della semplice somma di qualche aggettivo e di una sfilza di ruoli: è, più precisamente, uno dei grandi sabotatori della scena del secondo novecento a cavallo col terzo millennio (nasce ad Anversa nel 1957), “an artist who works in just about every medium” come appare sulla home del suo sito, uno sperimentatore puro che dalla fine degli anni ’70, inizio ’80, ha imbroccato il sentiero del teatro per studiarlo da una prospettiva dapprima puramente visiva, poi mescolandolo con la musica e in seguito con il linguaggio verbale, anche se frammentato, slegato, il tutto per sondarne gli aspetti strutturali, per minare dall’interno tutte quelle pratiche cosiddette “convenzionali”. Fondamentale, inoltre, il lavoro sulla recitazione, altro fulcro incandescente della sua riflessione sul medium teatro, che spinge fino al punto in cui si palesa il paradosso tra finzione e realtà, rendendo gli attori (riduttivo chiamare così i suoi performer, danzatori, cantanti…) trasparenti e pensanti, allo stesso tempo, interpreti e critici.

la Needcompany

Nel 1986 Jan Lauwers ha fondato con la coreografa Grace Ellen Barkey la “Needcompany”, una compagnia multiculturale e multidisciplinare composta da artisti provenienti dai più diversi ambiti. Fin dagli esordi il lavoro della “Needcompany” ha abbracciato molteplici discipline, dal teatro, alla danza, al cinema e le arti visive. Ospite lo scorso anno alla Biennale Teatro con lo spettacolo “Marketplace 76” e il laboratorio su “Re Lear”, Lauwers ha raccontato nel corso di un incontro come nacque l’idea di mettere su la compagnia che lo avrebbe poi seguito per i successivi trent’anni: “Quando iniziai a fare teatro nel 1979, avevo intenzione di farlo solo per cinque anni e poi tornare a dedicarmi alle arti visive. La mia idea era di fare un passo indietro e distaccarmi dal contesto delle arti visive per osservarle da una certa distanza, facendo appunto teatro, che tra l’altro all’epoca ritenevo il peggiore medium attraverso cui un artista potesse esprimersi. Dal 1984 – 85 ottenni un notevole successo con i miei spettacoli e contemporaneamente smisi di collaborare con il gruppo di lavoro con cui avevo iniziato. Inizia quindi  a realizzare dei progetti con il fondatore del più famoso spazio underground di Bruxelles. Mi commissionò subito una performance, ma non appena mi resi conto di non aver più a disposizione i miei collaboratori gli dissi: “Mi serve una compagnia” (in ingl. “I need company”), da allora ho scritto 25 pièce!”. Per chi fosse interessato ad approfondire la conoscenza di questa storica compagnia internazionale vi suggeriamo il libro di John Freeman dal titolo “The Greatest Shows on Earth: World Theatre from Peter Brook to the Sydney Olympics”. Inoltre su youtube potete trovare alcuni video sia di spettacoli che di interviste realizzate nell’ambito dei principali festival internazionali.

Gli spettacoli

Tra i primi spettacoli di Jan Lauwers con la neonata “Needcompany” ci sono un paio di Shakespeare, per la precisione un “Giulio Cesare” nel 1990 e un “Antonio e Cleopatra” nel 1992 fortemente dirompenti dal punto di vista della recitazione e sul piano visivo. In seguito altri allestimenti in cui la parte visiva era predominante sono la trilogia “The snakesong” (composta da “Le voyeur”, 1994; “Le pouvoir”, 1995; “Le désir”, 1996). Nel 2004 ha realizzato il progetto “Sad face/Happy face” (presentato in un unico spettacolo nel 2009), una trilogia sull’umanità di cui fanno parte: “La chambre d’Isabella” noto anche con il titolo inglese “Isabella’s room” (dal 2004 in scena, riscosse grande successo al Festival di Avignone), “Le bazar du homard” (2006) e “La maison des cerfs” (2008); tutte storie che toccano temi come la passione per la vita, il potere, il desiderio e la morte. Ha realizzato numerosi cortometraggi ed ha partecipato a varie esposizioni e mostre collettive e personali. Alla Biennale di Venezia è legato da alcuni anni, ricordiamo nel 2011 la sua partecipazione al progetto “Sette peccati” con “The holy gangster”, nel 2013 il suo laboratorio su “Re Lear” e la presentazione di “Marketplace 76”. Quest’anno tornerà per essere insignito del massimo riconoscimento che l’istituzione veneziana gli possa tributare, come coronamento di una carriera difficilmente ripetibile.

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Biennale College Teatro

Il programma di Biennale College Teatro 2014, che si svolgerà a Venezia dal 30 luglio al 10 agosto, prevede la formazione di giovani artisti offrendo loro l’opportunità di operare a contatto di maestri della scena internazionale. Per questo progetto il Direttore Àlex Rigola ha invitato lo scrittore inglese Mark Ravenhill, il regista lituano Oskaras Koršunovas, l’autore e regista belga Fabrice Murgia, lo scenografo tedesco Jan Pappelbaum, il regista catalano Lluís Pasqual, l’attore e regista italiano residente a Berlino, Antonio Latella, l’autore e regista tedesco Falk Richter e il regista e artista visuale fiammingo Jan Lauwers che dirigerà il laboratorio con alcuni membri della sua compagnia “Needcompany”. Questi gli 8 maestri che guideranno altrettanti workshop, di cui 6 avranno un esito finale aperto al pubblico alle Corderie dell’Arsenale.

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