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Benedetto XIV, l’ironico pontefice che propose di santificare le parolacce

Passato alla storia per il mecenatismo nelle arti e nelle scienze, e anche per i duri provvedimenti contro gli ebrei, papa Benedetto XIV ha collezionato una serie di aneddoti sulla sua personalità davvero ironica ed irriverente: bolognese, nella sua parlata dialettale il pontefice era solito inserire numerose parolacce. Tanto che, all’ennesimo richiamo da parte dei suoi cardinali, un giorno propose addirittura di santificarle.
A cura di Federica D'Alfonso
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Ritratto di Benedetto XIV realizzato da Pierre Subleyras.
Ritratto di Benedetto XIV realizzato da Pierre Subleyras.

La storia è piena di personaggi memorabili, passati alla storia per le loro stravaganze. Uno di questi nacque come Prospero Lorenzo Lambertini, ma all’età di sessantacinque anni divenne famoso col nome di Benedetto XIV: questo papa fu uno dei più controversi della storia, apprezzato da molti per lo spirito illuminista che contraddistinse il suo pontificato, ma odiato da tanti altri per l’intolleranza dimostrata nei confronti della comunità ebraica. Ma una delle caratteristiche più curiose di questo personaggio fu un’altra: Benedetto XIV amava dire le parolacce.

Benedetto XIV, il papa "parolacciaro"

Ricordato dall'aneddotica come “il papa parolacciaro”, nel corso del suo relativamente breve pontificato (durato diciotto anni) Lambertini collezionò una serie di gaffe relative alla sua vivace e disinibita parlata bolognese che non metteva da parte nemmeno nelle occasioni ufficiali. Si racconta che affacciandosi a San Pietro per salutare il popolo all'indomani dell’elezione, sbalordito dalla quantità di gente che si affollava nella piazza, chiese ad uno dei cardinali che lo accompagnavano: “Ma quanti sono, come fanno a vivere?”. Alla risposta già abbastanza disinibita dell’prelato, “se lo mettono nel didietro l’un l’altro”, egli concluse: “Già, e poi ci siamo noi che lo mettiamo nel didietro a tutti!”.

Apprezzato da molti per il suo senso dell’umorismo fuori dal comune, tanto da ispirare il personaggio di una nota commedia di Alfredo Testoni (dal titolo appunto “Il cardinale Lambertini”), papa Benedetto XIV venne più di una volta rimproverato per le sue uscite poco consone all'ambiente ecclesiastico: affezionatissimo soprattutto ad una parolaccia in particolare, per evitare di pronunciarla chiese ai suoi assistenti di richiamarlo ogni volta che la pronunciava.

Durante un’udienza mattutina, al racconto dei disordini che c’erano stati durante la notte nella città di Roma, il papa non riusciva proprio a trattenersi dall'esclamare quella parolaccia. All'ennesimo strattone da parte del suo assistente, il monsignor Boccapaduli, Benedetto XIV sbottò: “Hai rotto, Boccapaduli! La voglio santificare questa parola! Voglio dare l’indulgenza plenaria a chi la pronuncia almeno dieci volte al giorno!”

Non solo parolacce: arte e scienza sotto Benedetto XIV

"Le controversie con Roma non furono più ostilità, ma discussioni, e l'incredulità che pur troppo andava serpeggiando tra le generazioni, in cospetto di un papa amabile e spiritoso s'arrestava". Nonostante la storiografia in seguito abbia chiarito anche la parte più conservatrice e dura di questo papa, molti furono quelli che parlarono con affetto e reverenza di lui dopo la sua morte. Perfino un ateo come Horace Walpole scrisse per lui un’epigrafe appassionata e devota alla sua persona.

Questo soprattutto per l’importanza che Benedetto XIV diede allo sviluppo delle arti e delle scienze: realizzò numerosi interventi di restauro, che riguardarono la Basilica di San Pietro, la Basilica di Santa Maria Maggiore, chiesa di Sant’Agata in Trastevere e Castel Sant'Angelo. Fervente promotore della cultura, Benedetto XIV favorì la costruzione di biblioteche e l’arricchimento di quelle già esistenti: insieme a Johann Joachim Winckelmann fondò l’ancora esistente Pontificia Accademia Romana di Archeologia, riformò varie università e arricchì le collezioni di numerose gallerie, come quella dei Musei capitolini.

Sotto il suo pontificato operarono numerosi artisti stranieri, come Pierre-Hubert Subleyras e il fiammingo Peter Anton von Verschaffelt, oltre che tanti talenti nostrani: Ferdinando Fuga, Giovanni Pannini e Pietro Bracci, che progettò personalmente il monumento funebre di Benedetto XIV a San Pietro. Ma anche la scienza rivestì un ruolo fondamentale nel suo pontificato: fu lui a concedere la prima cattedra di matematica ad una donna, Maria Gaetana Agnesi, e sempre sotto sue direttive venne fondata la prima cattedra di ostetricia in Italia, a Bologna.

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