Beethoven 2020: tutte le celebrazioni per i 250 anni del genio “sordo” della musica
Il 2020 sarà il suo anno. Tutto il mondo, e in particolare quell'Europa che ne ha adottato una delle più famose composizioni, si prepara a festeggiare i 250 anni dalla nascita di Ludwig Van Beethoven. Da Bonn, città tedesca nella quale era nato il 16 dicembre del 1770, fino a Vienna, in cui morì cinquantasette anni dopo. Ma non solo. Anche Londra, Parigi e tutte le capitali europee, compreso il nostro Paese, omaggeranno il genio musicale dell'autore della Sinfonia Numero 9.
Beethoven 2020: il programma, da Bonn a Vienna
"Beethoven 2020" sarà un anno di celebrazioni, tra teatri, sale da concerto, musei e quant'altro. Un anno di celebrazioni per i 250 anni dalla nascita del genio della musica. Nella sua Germania si conteranno, alla fine di questa sbornia "beethoveniana", quasi mille concerti. Persino nelle birrerie di Bonn ci saranno esibizioni in memoria del grande musicista, che perse l'udito giovanissimo e che nonostante ciò compose strabilianti musiche patrimonio oggi dell'arte musicale mondiale.
La Carnegie Hall di New York, una delle più importanti sale da concerto di musica classica e leggera a livello mondiale, ha annunciato per la prossima stagione l’integrale di due sinfonie di Beethoven, mentre Vienna proporrà una nuova produzione di Fidelio al Theater an der Wien, messa in scena da Christoph Waltz. Tra gli appuntamenti più attesi la "Beethoven Marathon" di 24 ore del 25 e del 26 aprile, a Berlino. Il programma si chiude con un concerto nel parlamento di Bonn il 17 dicembre, tra un anno.
La sordità di Beethoven
Uno dei più grandi geni musicali della storia, però, già verso i trent'anni cominciò ad avere problemi di udito. Come succede a molti, prima capì di non riuscire ad ascoltare sottovoce le persone, poi via via divenne completamente sordo. Nel 1802, in preda alla disperazione, tentò il suicidio. Si isolò lentamente, finché nel 1819 divenne completamente sordo. Nonostante ciò, riuscì a comporre capolavori come l'Inno alla Gioia, che scrisse nel 1824.