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Beatrice Rana, il talento italiano del pianoforte conquista il mondo della musica classica

Un prodigio del pianoforte a soli 22 anni, Beatrice Rana. Nata nella profonda Puglia, diplomata con lode al conservatorio, dal 2011 dopo il primo posto al concorso pianistico internazionale di Montreal, la sua eccellenza è divenuta famosa in tutto il mondo. Inserita nella “30 over 30”, la rosa dei trenta migliori pianisti al mondo al di sotto dei trent’anni, Beatrice ha scritto in breve tempo un curriculum invidiabile: Montreal, “Van Cliburn”, e poi ancora concerti con la Filarmonica della scala e un disco con Antonio Pappano.
A cura di Federica D'Alfonso
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Il mondo della musica vive in sé un paradosso: c'è un fervido interesse per i giovani talenti, ma allo stesso tempo non sempre la fama precoce porta poi alla grandezza assoluta, quella davanti alla tastiera. Beatrice Rana ha però quella combinazione esatta di eccellenza tecnica e passione per il pianoforte che le permettono, dopo anni di studio e di rigida dedizione, di pensare ad una carriera brillante: ha impressionato la giuria e la platea al Concorso Internazionale di Montreal nel 2011, vincendo il primo premio. Ha poi ottenuto il secondo premio al concorso pianistico "Van Cliburn" nel 2013, insieme al riconoscimento del pubblico, ed in seguito ha inciso il suo primo disco. E non ha più guardato indietro. A soli 22 anni, Beatrice è un'eccellenza nel panorama musicale internazionale, e anche se di strada ne ha ancora tanta da percorrere, i suoi passi saranno senz'altro sicuri e saldi. Ha suonato con la Filarmonica della Scala, diretta da Fabio Luisi, e ha da poco registrato con Antonio Pappano e l'Orchestra di Santa Cecilia il Primo Concerto di Tchaikovsky ed il Secondo di Prokofiev.

Nata da una famiglia di musicisti e avviata al pianoforte già in tenera età, debutta nel suo primo concerto d'orchestra a soli nove anni, con Bach. "Appartengo ad una famiglia di musicisti. I miei genitori suonano il piano e mia sorella Ludovica, di vent'anni, è violoncellista. Da bambina andai a trovare un'amica che in casa non possedeva un pianoforte e restai scioccata, pensavo che fosse indispensabile per vivere". Una maturità artistica straordinaria, che l'ha portata in pochissimo tempo a raggiungere ottimi risultati e alcuni fra i riconoscimenti più importanti al mondo. Il suo mito è la pianista argentina Martha Argerich, la stessa che, dopo aver ascoltato un brano eseguito da Beatrice su Youtube, l'ha definita uno dei talenti più sorprendenti dell'ultima generazione.

Beatrice Rana alla competizione pianistica internazionale Van Cliburn, Texsas
Beatrice Rana alla competizione pianistica internazionale Van Cliburn, Texsas

Beatrice Rana suona Tchaikovsky per la prima volta a quindici anni. Nello scegliere il repertorio di questi primi anni di carriera, è meticolosa e coscienziosa, ma alle scelte antepone sempre la sua sensibilità: "dal mio punto di vista la sincerità è la prima qualità di un concertista. Senza sin­ce­rità non si può pro­porre al meglio un brano, e se non ci si sente a pro­prio agio nell'esecuzione di un pezzo il pubblico lo avverte immediatamente".

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Essere giovani nel mondo della musica classica non è facile, soprattutto se si coltiva il sogno di fare della musica il proprio mestiere, e soprattutto, in Italia. Beatrice Rana si è diplomata con lode al conservatorio "Nino Rota" di Monopoli, ma per iniziare il suo percorso professionale è dovuta andare via, e dal 2011 vive ad Hannover, dove ha la possibilità di studiare con il pianista israeliano Arie Vardi alla "Hochschule für Musik, Theater und Medien". È lei stessa ad ammettere, non senza una nota di dispiacere, che l'Italia non è ancora un posto preparato ad accogliere la musica classica: "qui non avrei avuto la possibilità di affermarmi. È bello tornare in Italia, ma paesi come Francia e Stati Uniti mi hanno dato tantissimo all'inizio. Qui ormai si può ascoltare musica classica solo su YouTube".

Beatrice, diretta da Leonard Slatkin in occasione della finale del concorso "Van Cliburn"
Beatrice, diretta da Leonard Slatkin in occasione della finale del concorso "Van Cliburn"

Una voce giovane, fresca ma con uno sguardo serio e cosciente di cosa significhi amare e fare musica. Odia le categorizzazioni musicali troppo rigide, perché è così che secondo lei si allontanano le persone dal mondo della classica. Soprattutto i giovani. Ed è consapevole che la base per la cultura musicale di un paese sia l'educazione nelle scuole: è quando un bambino studia e sa riconoscere la musica che la sa apprezzare, e saprà scegliere in futuro il suo gusto. Porta l'Italia sempre con sé, nei numerosi tour che la vedranno girare il mondo intero: quest'anno un mese negli Stati Uniti, nel 2016 Rio de Janeiro, San Paolo e Buenos Aires, al fianco di Antonio Pappano e la sua orchestra.

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