Beat Generation e Lawrence Ferlinghetti in mostra a Brescia, la sua città di origine

Il 7 ottobre il Museo di Santa Giulia di Brescia ha inaugurato la mostra “A Life: Lawrence Ferlinghetti. Beat Generation, ribellione, poesia”. L'esposizione si concentra sulla figura del poeta newyorkese, sul suo fondamentale ruolo di intellettuale nella cultura Beat degli anni Cinquanta e Sessanta e sul legame, centrale nella sua arte, con le origini italiane. Una parte speciale della mostra è dedicata al Ferlinghetti pittore e ai disegni realizzati dal dopoguerra a oggi.
La rassegna, aperta fino al 14 gennaio 2017 e curata da Luigi Di Corato, Giada Diano e Melania Gazzotti, sceglie Brescia come luogo simbolico dell'incontro fra la Beat Generation di Ferlinghetti e l'Italia: da qui, nel 1894, il padre di Lawrence Carlo Leopoldo emigrò alla volta degli Stati Uniti. I numerosi materiali raccolti, provenienti soprattutto dall'archivio di Fernanda Pivano, tentano infatti di ricostruire le atmosfere e la controcultura Beat alla luce delle origini italiane di Ferlinghetti e del suo rapporto, molto stretto, con il nostro Paese.

In mostra tante fotografie inedite, fra cui gli scatti di Ettore Sottsass, che ritraggono Ferlinghetti insieme a Allen Ginsberg e Robert Capa, affiancate da registrazioni video e documenti che testimoniano la sua inarrestabile carriera da poeta e quella, meno nota ma altrettanto rilevante, da pittore. Seguendo le vicende biografiche e artistiche del poeta l'esposizione si sviluppa in quattro grandi sezioni, dedicate all'esperienza di Ferlinghetti come soldato nella Seconda Guerra mondiale, agli anni Cinquanta vissuti a San Francisco, al rapporto con gli altri poeti Beat e al viaggio artistico e personale alla ricerca delle sue origini.
Le amicizie e le origini italiane
Dopo aver contribuito alla diffusione delle opere di Ginsberg, Kerouac, Gregory Corso e di William Burroughs, Lawrence Ferlinghetti si dedica ad una lunga serie di viaggi che lo porteranno anche in Italia: nel 1965 partecipa al Festival dei Due Mondi di Spoleto insieme ad Ezra Pound, ritornando più volte negli anni a far visita alla sua amica Fernanda Pivano. Soltanto negli anni Duemila Ferlinghetti individua il luogo esatto di nascita di suo padre: un luogo al quale anche senza saperlo il poeta si sente legato da tutta la vita.
Il Ferlinghetti pittore

Ma la mostra di Brescia illumina anche un aspetto meno conosciuto della vita di Ferlinghetti: la sua passione per la pittura, scoppiata durante il soggiorno a Parigi nel dopoguerra. Esposto per la prima volta in Italia il dipinto “Deux” del 1950, il primo realizzato dal poeta, insieme a una ricca selezione di disegni e pitture a olio realizzate in tempi più recenti.