Bauhaus, la scuola artistica compie 100 anni: “Ebbe vita breve, ma cambiò il mondo”
Un'istituzione artistica dalla vita breve, ma dall'influenza enorme. Nell'aprile del 1919 a Weimar, in Germania, nacque il movimento Bauhaus (evento a cui oggi Google dedica il suo Doodle) una scuola di diverse discipline che trovava il suo incipit nel manifesto artistico a cura dell’architetto Walter Gropius che ne accennò in una “mostra di architetti sconosciuti”. Era il primo aprile di cento anni fa, il concetto era chiarissimo:
Tutti noi architetti, scultori, pittori dobbiamo rivolgerci al mestiere. L’arte non è una professione. Non c’è alcuna differenza essenziale tra l’artista e l’artigiano, l’artista è una elevazione dell’artigiano.
L'interdisciplinarietà come linea guida della scuola. Gropius ne fu il primo direttore (ne seguirono altri due nei pochi anni di vita dell'istituto) che poi spostò la sede a Dessau, dove è presente il suo "palazzo" più famoso. Ricerca estetica e funzionalità, arte e artigianato, e realizzare ogni tipologia di oggettistica che traesse dal concetto di interdisciplinarietà la sua linfa vitale. Da Dessau si spostò a Berlino, poi chiuse definitivamente con l'avvento del nazismo e la scuola del Bauhaus finì. Ma lasciò il suo segno indelebile nella storia dell'arte e di tutte le discipline ad esse connesse, dal design all'architettura, dall'istruzione alla moda, dall’uso di certi materiali alla grafica e, infine, alla tipografia
La sede di Dessau della Bauhaus (in foto) così come quella di Weimar sono oggi beni protetti dalla tutela dell'Unesco, che li considera patrimonio dell'umanità. Così come la famosa Città bianca di Tel Aviv, in Israele, complesso di circa 5000 costruzioni che rappresentano oggi il lascito architettonico più incredibile di questo movimento dalla vita breve che cento anni fa cambiò il mondo.