Banksy perde la sua battaglia legale: “Sei anonimo, non puoi rivendicare opere”
Se sei anonimo, non puoi rivendicare la paternità di un'opera. Così Banksy perde la sua battaglia legale e ora il suo marchio è a rischio. Lo street artist britannico aveva denunciato due anni fa una piccola azienda britannica, rea secondo i legali dell'artista di aver usato la celebre immagine del Lanciatore di fiori (Flower Thrower) per una cartolina di auguri da commercializzare. Tuttavia è notizia di qualche giorno fa la decisione dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) di non riconoscere a Banksy alcun diritto su quell'opera considerata la scelta di restare anonimo, quindi di non essere nelle condizioni giuridiche di dimostrare di essere il legittimo autore dell'opera.
Secondo la sentenza dell'EUIPO, Banksy non può essere identificato come il “proprietario indiscutibile dell’opera” poiché “la sua identità è nascosta" e “non si può stabilire senza contestazioni che l’artista abbia dei diritti d’autore su un’opera di street art”. Per le leggi che regolano il copyright bisogna che l'autore dichiari se stesso proprietario dell'opera, ma ciò costringerebbe Banksy a uscire dall'anonimato, cosa che appare impossibile ai più. C'è di più.
Lo stesso ufficio dell'Unione evidenzia che Banksy, l'artista anonimo sulla cui identità misteriosa ci si interroga da anni, ha dipinto i suoi graffiti su proprietà di terzi senza permesso e che l'apertura del suo negozio londinese del 2019 è stata solo una manovra per "aggirare la legge" con "pratiche disoneste", in quanto gli oggetti sono stati venduti esclusivamente per non perdere il diritto di usare il marchio.
A questo punto, secondo l’avvocato Aaron Wood, che rappresenta la Full Colour Black, l'azienda inglese contro cui Banksy aveva intentato causa, chiunque potrebbe usare le sue immagini. “L’intero portfolio dei marchi di Banksy ora è a rischio”, ha affermato il legale ai microfoni della BBC.