Banksy, follia all’asta: in dieci minuti il prezzo schizza a 8 milioni di euro
La rivisitazione di Banksy delle ninfee di Claude Monet è stata venduta all'asta da Sotheby's per oltre 7,5 milioni di sterline, quasi 8,5 milioni di euro. L'opera è stata venduta ieri sera, dopo una lotta serrata tra cinque collezionisti durata circa dieci minuti, ed ha agevolmente superato le aspettative iniziali che puntavano una cifra molto inferiore, inizialmente stimata tra 3,5 e 5 milioni di sterline. Così "Show Me The Monet", opera realizzata nel 2005 dall'artista dall'identità sconosciuta che ha la caratteristica di aggiungere all'opera di Monet, tra le più famose della storia dell'arte, carrelli della spesa abbandonati, è stata aggiudicata a un collezionista rimasto nell'ombra. La serie dell'artista britannico include anche i Girasoli di Vincent Van Gogh appassiti o morti nel loro vaso, e i "Nighthawks" di Edward Hopper affrontati da un uomo arrabbiato con indosso i boxer della Union Jack, nonché la Marilyn Monroe di Andy Warhol rivisitata in chiave Kate Moss.
Alex Branczik, responsabile europeo dell'arte contemporanea di Sotheby's, ha dichiarato: "In uno dei suoi dipinti più importanti, Banksy ha preso l'iconica rappresentazione di Monet del ponte giapponese nel famoso giardino del maestro impressionista a Giverny e l'ha trasformata". In passato, lo stesso Branczik aveva affermato relativamente a questo lavoro: "Sempre preveggente come voce di protesta e dissenso sociale, qui Banksy fa luce sul disprezzo della società per l'ambiente a favore degli eccessi dispendiosi del consumismo".
La reinterpretazione della famosa opera di Monet è dunque un omaggio al grande artista francese e, al contempo, una critica alla società contemporanea e al suo consumismo, finita in vendita all'interno di quel circuito di mercato dell'arte che tanta parte del consumismo contemporaneo più estremo oggi rappresenta. È l'ennesimo paradosso in cui l'arte del writer di Bristol si ritrova da sempre a vivere, anche dopo la sentenza europea che sancisce l'impossibilità da parte dell'artista anonimo di rivendicare il suo marchio. Il che non gli ha impedito di apporre il suo sigillo sull'opera più famosa di Claude Monet, ora in vendita.