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Balletto: per la prima a volta a Napoli il Romeo e Giulietta di Mikhail Lavroskij

Dopo la prima rappresentazione della tragedia shakespeariana di Leonid Lavroskij del 1940 all’allora Teatro Kirov di Leningrado, dal 21 al 28 giugno al Teatro di San Carlo di Napoli il figlio Mikhail ripropone il Romeo e Giulietta sullo spartito di Sergej Prokofiev.
A cura di Massimiliano Craus
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Romeo e Giulietta: O.Novikova e L. Sarafanov, ph. N. Razina
Romeo e Giulietta: O.Novikova e L. Sarafanov, ph. N. Razina

Non poteva mancare il Romeo e Giulietta per celebrare l'anniversario dei quattrocento anni della scomparsa di William Shakespeare, una delle penne predilette per tanti libretti e coreografie a destra e manca nel repertorio di balletto di ogni tempo. Probabilmente il Romeo e Giulietta resta ancora il titolo più interpretato del Novecento, vittima di numerose versioni, riedizioni, manipolazioni e tentativi vani di apportare modifiche più o meno utili all'indiscutibile buona messinscena della tragedia tra le tragedie. In questo caso l'avvicendamento coreografico è addirittura in famiglia, passando dalla prima rappresentazione di Leonid Lavroskij del 1940 al Teatro Kirov di Leningrado a quella odierna del figlio Mikhail al Teatro di San Carlo di Napoli, settantasei anni dopo ed un mare di rifacimenti intercorsi tra l'una e l'altra.

Romeo e Giulietta: una storia di balletto di padre in figlio

Romeo e Giulietta: Lucia Lacarra e Roberto Bolle - ph. A. Buccafusca

Leonid Lavroskij, una delle firme più accreditate del Novecento del titolo Romeo e Giulietta, chiamò a sé il gotha dell'interpretazione coreutica, scegliendo per il ruolo di Giulietta l'allora trentenne Galina Ulanova e quale Romeo il miglior Konstantin Sergeyev. La storia della danza e del balletto ci insegna a ricordare la prima rappresentazione di ogni coreografia e, di seguito, le successive versioni degne di nota. Così si insegnano a tambur battente il librettista, il coreografo, il compositore, la data ed il luogo della prima rappresentazione stessa con gli interpreti e, inspiegabilmente sempre in coda, gli autori delle scene e dei costumi. Un canovaccio che va avanti da sempre e che per il nostro Romeo e Giulietta dovrebbe condurci ben al di là della coreografia di Leonid Lavroskij, padre del Mikhail che conosceremo in questi giorni al Teatro di San Carlo. Eppure la tradizione del balletto procede così, studiando il passato ma rinunciandovi ogni volta che si calca il palcoscenico.

Fino al Romeo e Giulietta di Mikhail Lavroskij, per la prima volta a Napoli nell'allestimento del Teatro dell'Opera di Roma. Mancava da moltissimo tempo sul palcoscenico sancarliano un titolo così storico, eppure il pubblico del Massimo non ha mai abbandonato la danza negli appuntamenti che contano. Con questo Romeo e Giulietta, del resto, scopriremo da vicino il talento indiscusso di un altro Leonid di questi tempi, quel Sarafanov trentatreenne di Kiev Principal Dancer al Teatro Michajlovskij dopo la brillante carriera di primo ballerino al Teatro Marinskij di San Pietroburgo. Affiancato nei pas de deux dalla Giulietta di Olesja Novikova, anche lei solista del Teatro Marinskij di San Pietroburgo. Il secondo cast è appannaggio della coppia di scena e di vita Anbeta Toromani ed Alessandro Macario, diretti da Aleksej Bogorad per sette serate che sanno di storia della letteratura.

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