Assisi, un demonio tra le nuvole di Giotto
Non è escluso che, in otto secoli, tra tutti i milioni di pellegrini, fedeli, Padri francescani, turisti, restauratori e storici dell'arte che hanno ammirato stupefatti i dipinti che adornano la Basilica Superiore di Assisi, qualcuno avesse già notato l'«oscura» presenza celata appena dalle nubi ma perfettamente visibile senza l'ausilio di strumenti tecnici. Tuttavia, fino ad ora, nessuno tra studiosi e religiosi ha mai segnalato l'esistenza di quella curiosa immagine, collocata lì da Giotto.
Ora, grazie alle osservazioni della storica medievista Chiara Frugoni quel diavolo sarà destinato a diventare celebre; nel ventesimo episodio del ciclo pittorico delle Storie di San Francesco, un demone, con tanto di corna scure, si affaccia malignamente tra le nuvole che separano le due scene dell'affresco, quella di sotto della morte del Santo, quella di sopra dell'assunzione della sua anima nel Regno dei Cieli.
La notizia è stata diffusa qualche giorno fa dalla Rivista del Sacro Convento ed ha fatto immediatamente il giro del mondo, destando l'attenzione di curiosi e specialisti: perché, oltre ad essere indiscutibilmente affascinante, la scoperta segna anche il primato per Giotto della «manipolazione delle nuvole». Come ha infatti osservato la storica: «Fino ad oggi il primo pittore che pensò di trattare le nuvole era ritenuto Andrea Mantegna che nel suo San Sebastiano, dipinto nel 1460 (oggi conservato al Kunsthistorisches Museum a Vienna), mostrò sullo sfondo del cielo un cavaliere che emerge dalle nuvole. Ora, questo primato del Mantegna non è più tale.»
Ma cosa potrebbe aver spinto il pittore a ritrarre proprio quella figura, così vicina all'angelo sulla destra? Naturalmente, per il momento, è difficile dare delle interpretazioni; del resto l'uso di celare elementi poco chiari, del tutto incomprensibili, intuibili o riconducibili ad aspetti personali della vita dell'artista è stato assai ricorrente nella storia dell'arte, portando, non di rado, ad infinite dispute interpretative, talvolta dal dubbio valore scientifico e storico.
Chiara Frugoni, senza sbilanciarsi, ha dichiarato che «Forse non fu solo un'impertinenza sfuggita fino ad oggi agli occhi di tutti. Nel Medioevo si credeva che anche nel cielo abitassero di demoni che ostacolavano la salita delle anime: è un significato ancora da approfondire, ma che sembra destinato a dare buoni frutti». Dunque, solo uno "scherzetto" di Giotto oppure, magari, un simbolo con delle precise accezioni religiose: ad ogni modo, quel demone sogghigna beffardo come ha sempre fatto nei secoli, dinanzi agli occhi di chi non lo ha mai notato e di quanti, invece, conoscevano già questo piccolo gioiello che la nostra ricchissima arte ci ha regalato.