L’arte italiana spopola all’estero, gli italiani la ignorano. Una meraviglia che non meritiamo
L'Italia ospita quasi il 60 per cento del patrimonio artistico del mondo intero. Il Bel Paese è meta ogni anno di milioni di turisti, e istituzioni come la Galleria degli Uffizi e il Museo di Capodimonte portano alta la bandiera culturale italiana. Soltanto nell'ultimo triennio il numero dei visitatori è cresciuto notevolmente, ma il discorso sulla tutela e la valorizzazione dei beni culturali sembra faticare ad imporsi, soprattutto fra gli italiani stessi.
Rinascimento, Barocco e Avanguardie, e artisti come Raffaello, Caravaggio e De Chirico sono da qualche anno a questa parte protagonisti di eventi importantissimi. Ma non nei musei italiani, bensì all'estero. Anche in questo caso, i numeri parlano chiaro.
L'arte italiana in giro per il mondo
Soltanto negli ultimi due anni, l'arte italiana ha viaggiato per quasi tutto il mondo: dal gennaio all'aprile 2016 Sandro Botticelli è stato ambasciatore d'eccezione in Giappone, dove in occasione del 150° anniversario delle relazioni diplomatiche fra i due paesi, è stata organizzata una mostra fortemente voluta e apprezzata dal pubblico nipponico: capolavori come “La calunnia”, “Il Giudizio di Paride” e “La Madonna del libro” hanno suggellato un rapporto culturale che inizia molto, molto tempo fa. Forse non tutti sanno infatti, che uno dei primi critici moderni dell'arte rinascimentale fu proprio un giapponese: Yukio Yashiro, che nel 1925 da alle stampe un'importante monografia sul maestro del Rinascimento.
Non solo Botticelli: Leonardo da Vinci, sempre nel 2016, e Tiziano nel 2017, hanno proseguito questo discorso, portando nei musei quasi due milioni di giapponesi in un anno. Sempre in occasione dell' anniversario delle relazioni diplomatiche fra Italia e Giappone infatti, Tiziano e il Rinascimento veneziano saranno i protagonisti di una mostra al Metropolitan Art Museum di Tokyo. La mostra resterà aperta fino al 2 aprile 2017, ma secondo le stime si sono già superati i 200 mila visitatori: un successo unico, mai visto in Italia, grazie e prestiti straordinari dagli Uffizi e dal Museo di Capodimonte di Napoli.
Ma l'elenco è ancora lungo: è stata già annunciata un'importante mostra su Raffaello presso la Galleria Albertina di Vienna, che riunirà opere uniche, come "La Visione di Ezechiele" e la "Madonna dell’Impannata", provenienti da Firenze, e il "Ritratto di Bindo Altoviti", da Washington. Anche la Spagna non è da meno: dal giugno al settembre 2017 i grandi maestri del XVI secolo arriveranno a Madrid, al Museo Thyssen. Nel frattempo, l'arte italiana del Novecento è invece approdata in Albania, dove presso la Galleria Nazionale d'Arte di Tirana artisti come Giacomo Balla, Giorgio De Chirico e Felice Casorati raccontano i vari movimenti artistici del Novecento.
Questione di cultura
Tutti esempi, questi, che testimoniano il grande potenziale culturale di un paese come l'Italia che, tuttavia, non compare ancora nella top ten dei musei più visitati. I numeri parlano chiaro: secondo un'indagine Istat, nel 2015 i musei con più di 500 mila visite all'anno sono stati soltanto il sei per cento e, anche se il 2016 ha portato ad una forte crescita (chiudendo a 44 milioni di visitatori totali in tre anni), il percorso per colmare il vuoto fra l'effettivo potenziale del patrimonio culturale e la tutela e la valorizzazione dello stesso è ancora lungo.
L'Italia, insomma, sembra ancora impegnata a fare i conti con una cultura illustre, e con un'eredità che molto spesso non viene tutelata e apprezzata adeguatamente dal pubblico italiano stesso. L'arte italiana è, ancora oggi, conosciuta e apprezzata molto di più all'estero che nel nostro paese. Il breve sguardo alle agende culturali straniere testimonia questo paradossale fenomeno: nessun museo italiano appare ancora fra i 10 più visitati al mondo, benché l'attenzione del pubblico straniero sia evidente, mentre il 70 per cento degli italiani i musei non li visita affatto. Che non sia solo una questione di numeri?