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Arte africana a Bologna, al Museo Civico Archeologico la più grande mostra mai realizzata

Fino all’8 settembre, il Museo Civico Archeologico di Bologna ospita la più grande mostra mai realizzata in Italia di arte africana, dall’antichità ai giorni nostri. L’esposizione, curata da Ezio Bassani e Gigi Pezzoli, racconta un’arte relegata troppo a lungo, da secoli di colonialismo e sfruttamento economico, ad artigianato e a manufatti di carattere rituale.
A cura di Redazione Cultura
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Figures 1856, Geological StructureANDRIALAVIDRAZANA Malala, 2018UltraChrome Pigment Print su carta Hahnemühle Photo Rag Ultra Smooth 110 x 140 cmcourtesy: the artist and Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano
Figures 1856, Geological Structure
ANDRIALAVIDRAZANA Malala, 2018
UltraChrome Pigment Print su carta Hahnemühle Photo Rag Ultra Smooth 110 x 140 cm
courtesy: the artist and Galleria Alessandro Casciaro, Bolzano

A lungo, troppo a lungo l'arte africana è stata relegata al rango inferiore di artigianato, civiltà dei manufatti e ricompresa entro i confini dell'etnografia. E invece l'arte africana è semplicemente arte. Non filtrata da canoni estetici occidentali, né dai suoi filosofi (persino Hegel aveva avallato tali pregiudizi), oltre che da secoli di colonialismo e sfruttamento. Mettere in mostra questa arte è lo scopo della mostra “Ex Africa. Storie e identità di un’arte universale”, che fino all’8 settembre 2019 animerà il Museo Civico Archeologico di Bologna.

L'esposizione, curata da Ezio Bassani (purtroppo venuto a mancare proprio durante la realizzazione della mostra) e Gigi Pezzoli, prodotta da CMS, e che ha ricevuto il contributo di studiosi italiani e stranieri, racconta non l'arte residuale di una civiltà inferiore, ma una civiltà diversa dalle altre, con le sue vette e i suoi canoni, i suoi stili e le sue correnti. Bassani, uno dei maggiori esperti di arte africana nel nostro paese, aveva scritto in proposito:

L’attenzione preminente posta sugli aspetti culturali piuttosto che sulle opere e sulla loro individualità, l’enfasi sulla loro funzione e sul loro simbolismo, hanno troppo spesso confinato in secondo piano le qualità formali che sole fanno l’opera d’arte.

D'altro canto, della forza e della potenza dell'arte africana, tanti grandi artisti occidentali lo avevano già capito. Da dove arriverebbero, altrimenti, le sculture di Modigliani e Brancusi, o i dipinti di Nolde e Picasso? Per non parlare delle opere di un Raffaello. Eppure, nonostante ciò, arrivare al riconoscimento del continente africano come luogo di creazione artistica è stato un percorso lungo e faticoso, nonostante le cronache degli europei sbarcati nel Quattrocento in Africa ci avessero raccontato per tempo la bellezza per le opere di quei popoli. Ma evidentemente non tutti, se si pensa alle influenze sull'arte occidentale, la vedevano così. E non si sbagliavano.

“Ex Africa. Storie e identità di un’arte universale” – che ha ricevuto i patrocini dell'ONU, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna e dell’Arcidiocesi di Bologna, ed è promossa dal Comune di Bologna – rappresenta la mostra sull’arte africana più grande e significativa mai realizzata in Italia, documentando le svariate prospettive con cui l'Occidente si è posto al cospetto delle espressioni plastiche dell’Africa, dall’antico collezionismo di curiosità esotiche al significato rituale e religioso di queste manifestazioni per arrivare al superamento di vecchi preconcetti di un’arte anonima. L’esposizione segue un percorso diviso in 9 sezioni, dall'antichità fino all'arte contemporanea, che si svolge lungo le sale e i corridoi del Museo civico archeologico del capoluogo emiliano e resterà aperto fino all'8 settembre.

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