Archizero, un linguaggio architettonico che abbraccia Oriente e Occidente
«L’architettura è universale perché investe tutto il sistema» scriveva J. Ruskin. Quello dell’architetto è sicuramente un mestiere difficile perchè deve essere al contempo immaginifico e tecnico, cioè essere capace di concepire un sogno e di verificarne la reale fattibilità. Si può attraversare la storia dell'architettura, dalla Grecia Antica fino ad oggi, e tracciare dei percorsi estetici e progettuali che hanno visto fortemente l’impiego dei sensi, che ne hanno sfruttato le potenzialità, per produrre luoghi e sensazioni memorabili. E Archizero fa dell’uso dei sensi un elemento distintivo dei suoi progetti, realizzando un’architettura che considera luci, colori, suoni, odori, superfici, come elementi fondamentali del costruire, al pari della forma, e li usa come strumenti per la progettazione dei luoghi, con l’obiettivo di evitare la riproposizione seriale di edifici identici tra loro in qualsiasi parte del pianeta.
Archizero è uno studio di architettura che nasce nel 2006 a Milano, da una collaborazione già consolidata tra gli amici e architetti Paolo Armato, Michele Cazzani e Damiano Deiraghi. Lo studio si pone come laboratorio di confronto sui temi dell’abitare contemporaneo in cui la progettazione è intesa come dialogo costruttivo e trasversale in un continuo fondersi tra architettura, grafica e design, elemento generatore interdisciplinare. La ricerca dell’armonia tra habitat e abitante è uno degli obiettivi più difficili da raggiungere in architettura. Questa ricerca per Archizero si compie soprattutto attraverso l’uso di materiali naturali e attraverso lo studio della tipologia costruttiva, compiendo una rilettura della tradizione del buon costruire che restituisce spessore ad una sapienza spesso sepolta, riprendendo con strumenti contemporanei un percorso interrotto, per riscoprire il senso di un’architettura sana, armonica, fatta per durare.
Abitazioni, uffici, punti vendita, edifici in ristrutturazione o di nuova edificazione sono oggetto di un lavoro accurato, che parte dallo studio del contesto per arrivare alla consegna del lavoro finito. Numerosi gli studi realizzati, tra cui il progetto di Area didattica dedicata alla filiera/bosco legno della foresta di pianura, su incarico della Provincia di Lodi, in cui si intrecciano architettura, landmark e bioingegneria. Nel portfolio si avvicendano clienti del retail internazionale come Calvin Klein, Pepe Jeans London, JC de Castel Bajac, Elisabeth Hurley, Puig, Bikkembergs. Diversi sono i marchi che hanno affidato ad Archizero la loro immagine, tra cui Yves Saint Laurent profumi-L’Homme. Sempre nell’ambito del retail, lo studio ha sviluppato un progetto di camminamenti coperti per AIG/Lincoln a Roma. Nell’ambito della ristorazione Archizero opera per Dunne&Crescenzi a Dublino, La Piazza a Monaco, Cafe Quadro a Roma, Ca’puccino a Londra, mentre per Benetton studia il concept design per punti di ristorazione basati su prodotti biologici. Per Il Caffè della Terra Archizero, in collaborazione con Tony Matjias, realizza l’intero concept design coordinandone l’immagine, dalla macchina per il caffè a cialda fino alla realizzazione dei flagship store a Milano e Vigevano. Dal 2011 collabora con franchiumbertomarmi, azienda per cui realizza sia interventi di architettura (edificio a torre a Carrara), sia interventi di design.
È proprio con l’azienda leader nella lavorazione e produzione di blocchi e lastre in marmo che Archizero, per lo scorso FuoriSalone 2013, ha realizzato Sensai: suggestivo e unico allestimento nel cortile d’onore dell’Università Statale di Milano dove il marmo bianco, la pietra, il vetro, il legno e altri materiali del tutto naturali dialogano insieme in una magica ricostruzione di un ambiente domestico. La proposta di Archizero mette in relazione e fa convivere leggerezza e massa: la leggerezza della copertura in ferro e legno e la massa dei monolitici in marmo. SenSai è un canone della bellezza giapponese che pone l'accento sulla forza intrinseca dei materiali, la relazione naturale tra linee e piani, tra vuoti e pieni, tra interni ed esterni. L'elemento marmoreo è utilizzato quasi come la montagna lo offre. La finalità dell'opera è di poter inserire in questo sottile equilibrio l'uomo, accogliendolo e rendendone più gradevole il proprio abitare, in cui si confonde il limite fra dentro e fuori, fra massa e superficie, fra pieno e vuoto.
Tale progetto, e non solo, è stato oggetto della nostra intervista all’architetto Michele Cazzani dello studio di architettura milanese.