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Archeologia, nel DNA di due bambini d’epoca romana la risposta al ‘segreto’ di Attila

Forse un’epidemia di malaria alla base della sconfitta di Attila e degli Unni nel 452 lungo la penisola. Dall’analisi del midollo osseo dei resti di due bambini piccolissimi un’ipotesi che, se confermata, cambierebbe il corso della storia.
A cura di Redazione Cultura
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La versione storica più accreditata sostiene che a sconfiggere Attila e i suoi Unni nel 452, dopo aver iniziato la sua discesa in Italia, fu Papa Leone I. Il quale, mostrandogli la Croce, lo avrebbe costretto ad arrestarsi e a ritornare indietro. Più probabilmente, invece, come testimonia la recente scoperta agli scavi della Villa romana di Poggio Gramignano, nel ternano, confermerebbe che fu la presenza della malaria a impedire la discesa di Attila. Tre università americane, infatti, impegnate per la stagione estiva di scavi con i propri studenti nel sito di Lugnano in Teverina, (Terni) avrebbero scoperto alcune tubature e soprattutto due tombe di due bambini piccolissimi, che si aggiungono alle altre 49 scoperte a fine anni '90 nelle stanze-magazzino di questa villa-fattoria molto attiva dal I al secolo a.C..

Le prime analisi del Dna di quel che resta del midollo osseo hanno svelato alcuni elementi patogeni della malaria che, se si dovesse dimostrare la causa della morte di tutti quei bambini, sarà una valida testimonianza in favore delle ragioni di chi sostiene che fu un'epidemia molto grave ad aver impedito a Re degli Unni di procedere oltre. Resta, in ogni caso, una ipotesi da verificare a fondo, ancorché molto interessante e plausibile.

Gli interrogativi che suscita la Villa di Poggio Gramignano, alla base dell'interesse e importanza di questo scavo, sono quindi tanti. Tutti da verificare a fondo con ulteriori scavi. In passato sono stati portati alla luce diverse strutture della villa padronale, abitazione ricca di sfarzo, adornata con importanti mosaici e dipinti.

La campagna di scavi durata tre anni si sta ormai per esaurirsi. Per l'occasione, gli archeologi hanno guidato i visitatori alla scoperta di questo interessante sito, in cui dai resti di due bambini molto piccoli si riapre uno dei misteri della storia di Attila e degli Unni in Italia.

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