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Antonio Scurati attaccato in Italia ma premiato in Francia: è Cavaliere delle Arti e delle Lettere

Antonio Scurati è stato insignito dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dalla Francia, mentre in Italia è attaccato dalle Destre.
A cura di Francesco Raiola
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Antonio Scurati, Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere
Antonio Scurati, Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere

In Italia Antonio Scurati deve combattere periodicamente con le aggressioni dei giornali e i politici di Destra, mentre all'estero viene premiato per la sua attività di scrittore. Nelle settimane scorse, infatti, lo scrittore che negli ultimi anni ha ripercorso la vita di Mussolini in tre libri, è stato attaccato per un monologo che avrebbe dovuto tenere a Che sarà, programma di Serena Bortone e che la sera prima era stato cancellato per motivi politici, contro il volere della giornalista. In Francia, però, lo scrittore è stato premiato con il più importante riconoscimento per quanto riguarda le Arti, appunto.

La ministra della Cultura, Rachida Dati, infatti, lo ha insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine delle Arti e delle Lettere per come "scruta il passato per farci capire il proprio presente" definendolo simbolo "dell'amicizia tra Francia e Italia, due paesi in cui la cultura e la letteratura sono così importanti, due paesi che amano dialogare negli spazi culturali, tanto più dopo la firma del Trattato del Quirinale, due paesi nei quali i libri sono così importanti, che amano uno gli scrittori dell'altro". La Ministra ha definito Scurato uno scrittore con la "s" maiuscola, dai cui scritti emerge come "la radicalità e la violenza non costruiscono mai la democrazia".

Scurati ha risposto con un discorso in francese: "È per me un immenso onore ricevere questa onorificenza in terra di Francia, culla della grande cultura europea, nelle cui università io stesso ho compiuto la mia formazione intellettuale, ormai ultra trentenne. Ne provo un immenso orgoglio, non solo perché la Francia è la patria della più alta cultura letteraria e artistica ma perché è anche la patria della nostra più alta cultura politica: la civiltà democratica che nasce dall'affermazione dei diritti universali dell'uomo e del cittadino, racchiuso negli ideali di fraternità, uguaglianza e libertà. Nella mia visione di scrittore europeo del XXI secolo dell’era cristiana, l’uno è inseparabile dall’altro: è letteralmente impossibile per me immaginare l’idea di vivere in un mondo in cui la letteratura esiste e fiorisce in assenza di libertà e uguaglianza. L’idea di trasmettere alle mie figlie un tesoro simile, come un fiore del deserto, esangue, disperatamente isolato e incongruo, mi è insopportabile".

Lo scrittore ha continuato spiegando che "Benito Mussolini sapeva che gli era impossibile la strada della speranza per arrivare al potere e capì che esisteva ed esiste ancora qualcosa in politica che è più potente della speranza. Ed è la paura. Rispetto a 100 anni fa le differenze sono numerose e profonde. Tuttavia, vedo lo stesso vento che soffia sulle paure del popolo, sulle passioni del paese, sul sentimento di delusione delle classi medie impoverite, sui cittadini spaventati, angosciati dalle guerre, dalle pandemie, traditi nelle promesse non mantenute. Questo vento malsano non si limita a seminare paura" – ha detto lo scrittore – ma la unisce "all'odio, alla ricerca di un nemico straniero, di un nemico invasore", con una "voce sinistra che offre alla gente impaurita protezione in cambio della loro libertà. Di fronte a questa proposta oscena e malinconica, l'arte e la letteratura rispondono con una sola parola, che diede il nome ad un famoso romanzo francese nel cuore della più profonda crisi europea degli anni Trenta ‘L'Espoir', la speranza".

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