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Antonello Venditti e la gaffe con la ragazza autistica: “Un fascista montò ad arte il video”

In un’intervista al Fatto Quotidiano, Antonello Venditti torna a parlare della vicenda della scorsa estate: “Una persona meno strutturata di me, dopo un attacco simile, si sarebbe suicidata”.
A cura di Andrea Parrella
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Antonello Venditti non ha bisogno di presentazioni. Uno degli artisti più noti della scena italiana, un personaggio da sempre capace di essere al centro del dibattito pubblico con le sue prese di posizione ferme e decise, finito negli ultimi mesi al centro di una vicenda spiacevole sulla quale emergono nuovi elementi che è lui stesso a raccontare.

Nel corso di un'intervista rilasciata al Fatto Quotidiano per la presentazione del suo autobiografia, Venditti sciorina aneddoti senza sosta, parlando dei rapporti con tutti i grandi della musica e della cultura italiana, ancora in vita o passati a miglior vita. Ma inevitabile è un passaggio sulla vicenda della scorsa estate, quando sul palco ha commesso una pesante gaffe con una ragazza autistica, per la quale si è scusato, finendo però al centro di una pesante shitstorm per la quale si è detto profondamente turbato. "C’era un fascista che provocava dall’inizio. Sento qualcuno che parla, al buio, e credo sia ancora lui. Invece era Cinzia, una ragazza autistica. Un collaboratore mi dice sul palco che “è una ragazza speciale”. Io non capisco che con “speciale” intenda “autistica”, e insisto". Così Venditti racconta l'accaduto, spiegando che poi ha ricucito tutto con la famiglia e la ragazza, con cui è rimasto in contatto:

Dopo il concerto, i genitori di Cinzia mi spiegano tutto. Resto mortificato, ci chiariamo, da allora ci sentiamo regolarmente. Vado a letto, convinto che sia finita lì. Invece al mattino il fascista aveva montato ad arte il video, lo aveva depositato con tanto di copyright per farci i soldi e aveva creato la fake news.

Quindi ha aggiunto: "Il video di scuse l’ho fatto dall’aeroporto, sconvolto. Il fascista l’ho querelato, ma ci sono stato male per giorni. E se ci penso ci sto male ancora: io non sono così, non sono quella roba lì. Una persona meno strutturata di me, dopo un attacco simile, si sarebbe suicidata".

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