Antichi manoscritti rubati tornano alla luce in una mostra delle Gallerie degli Uffizi
Quaranta preziosi codici e pergamene illustrate dai maestri medievali e rinascimentali in mostra. A Palazzo Pitti a Firenze fino a ottobre saranno visibili gli antichi manoscritti rubati nella mostra "Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri" organizzata dalle Gallerie degli Uffizi. Un tesoro di sapere, arte e devozione, prima rubato e poi ritrovato dopo il furto da questo speciale comando dell’Arma. I manoscritti e le singole pagine miniate in mostra attraversano la grande stagione di produzione libraria dell’Italia centrale dal Duecento al Cinquecento. Il Generale di Brigata Roberto Riccardi, Comandante del Nucleo Carabinieri per la Tutela Patrimonio Culturale, ha dichiarato:
L’avvio di questa mostra è carico di significati importanti. È una luce che si accende alla fine del tunnel, la bellezza che sopravvive all’orrore e torna a rincuorarci. È la traccia di un impegno per la difesa dell’arte che niente e nessuno potrà fermare. È il segno di un’attenzione, quella della direzione degli Uffizi, verso la quale sento di esprimere, a nome di tutti i Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale, la più profonda e affettuosa riconoscenza.
La bellezza e il pregio delle opere esposte non è la sola attrazione di questa mostra, che sta soprattutto nella spettacolarità dei furti e dei recuperi di cui è protagonista ogni volume, ogni singola pagina, ogni miniatura ritagliata. La realizzazione di "Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri" è dovuta a storici dell’arte, specializzandi e dottorandi di Storia della Miniatura all’Università degli Studi di Firenze, sotto la guida della professoressa Sonia Chiodo, una dei massimi esperti della materia. Il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt:
Le Gallerie degli Uffizi hanno all’attivo molte collaborazioni e progetti con istituti di ricerca, in Italia e in Europa. Il gruppo dell’Università di Firenze diretto da Sonia Chiodo è un esempio di applicazione pratica dello studio, in questo caso con un altissimo valore civico. Possiamo dire che si è trattato di un vero e proprio “laboratorio di tutela”, in cui i giovani studiosi e la loro valorosa professoressa hanno affiancato l’Arma dei Carabinieri, insieme ai funzionari e agli assistenti degli Uffizi, raggiungendo un risultato che non solo si traduce oggi in una mostra bella e sofisticata, ma che durerà nel tempo. A questi ragazzi abbiamo affidato un compito delicatissimo, e loro l’hanno svolto in maniera egregia.