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Antiche anfore di epoca romana ritrovate nel mare di Brindisi

Ritrovamenti archeologici di inestimabile valore sono stati effettuati dalla Guardia Costiera di Brindisi nel litorale tra Punta del Serrone e l’area Marina di Torre Guaceto: anfore risalenti al II secolo avanti Cristo e fino all’epoca tardo imperiale, oltre ai reperti da un relitto di una nave del XVII secolo.
A cura di Redazione Cultura
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@ Guardia Costiera
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Anfore, frammenti di anfore e persino una bigotta con landa di una nave a vela. Sono alcuni dei ritrovamenti di grande valore archeologico effettuati nei giorni scorsi nel tratto di mare del litorale brindisino tra Punta del Serrone e l'Area Marina Protetta di Torre Guaceto. La Guardia Costiera di Brindisi, con l’ausilio del Nucleo Subacquei Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto, ha scoperto la presenza di alcuni reperti archeologici in questo tratto di mare, durante l’attività di tutela del patrimonio storico-archeologico nazionale a inizio della stagione estiva. Secondo quanto si apprende dalle comunicazioni ufficiali della Guardia Costiera, la bonifica dell’intera area ha portato al recupero di:

n. 25 frammenti ceramici di anfore di varia forma; n. 1 anfora con anse senza fondo; n. 3 colli di anfore con anse; n. 1 collo di anfora con ansa; n. 1 parte di anfora, con collo, anse e pancia; n. 1 piede di anfora con frammento pancia facente parte dell’anfora precedente; n. 1 frammento di fondo di piatto; n. 3 colli di anfore con anse; n. 1 frammento di collo di anfora senza ansa; n. 1 frammento di fondo di anfora e una bigotta con landa di una nave a vela.

I reperti risalgono ad epoche diverse tra loro, secondo una prima valutazione i reperti più antichi si possono datare a partire dal II Sec. A.C. fino all’epoca tardo imperiale. Di particolare importanza è stato il ritrovamento di pezzi di un’anfora di Forlimpopoli, testimonianza dei numerosi scambi commerciali di quella antica città con il Salento.

La bigotta con landa di una nave a vela, invece, risale con ogni probabilità a un relitto navale affondato qui nel XVII secolo. Tutti i reperti sono stati affidati alla Capitaneria di Porto di Brindisi, in attesa di essere trasferiti alla Soprintendenza per successivi studi e ricerche.

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