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Andy Warhol and Friends: a Bologna 150 opere che raccontano la New York anni ’80

Apre Andy Warhol and Friends, la mostra che raccoglie le opere degli artisti vissuti nella New York anni ’80, incarnando il mito della trasgressione e degli eccessi nell’America della Street Art. Il 29 settembre a Palazzo Albergati di Bologna i visitatori potranno accedere alla grande collezione di 150 opere che intende rappresentare quel particolare momento di fermento culturale americano.
A cura di Laura Ghiandoni
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Apre Andy Warhol & Friends, la mostra che raccoglie le opere degli artisti vissuti nella New York anni '80, che  hanno incarnato il mito della trasgressione e degli eccessi nell'America della Street Art.  Il 29 settembre Palazzo Albergati di Bologna i visitatori potranno accedere alla grande collezione di 150 opere che intende rappresentare quel particolare momento di fermento sociale e culturale americano. L'esposizione, curata da Luca Beatrice, riunisce le opere del capofila della pop art, Andy Warhol, a quelle dei grandi artisti che vissero la  New York dei graffiti e della street art tra i quali Jean-Michel Basquiat, Francesco Clemente, Keith Haring, Julian Schnabel e Jeff Koons e molti altri.

Un gruppo di pittori, scultori e fotografi che emersero come i veggenti di quella che fu l'America disincantata del dopo guerra fredda, e che parteciparono, trovando un occasione per emergere, alla collettiva restata nella leggenda  che venne realizzata nel giugno del 1980. " The Times Square Show" era il tentativo di oltre cento artisti di far uscire l'arte dalle gallerie, e riportarla sulle strade popolari. Quella di Times Square, cioè della 42sima strada, dove ancora la cultura popolare era viva. Gli artisti che vi aderirono, come Nan Goldin, Keith Hading, Basquiat stavano cominciando la loro carriera e condividevano l'idea comune di rendere l'arte più democratica portandola al centro di tutto.

Un periodo, quello degli anni '80 a New York, vissuto dagli artisti che lo rappresentano come un periodo di grande fermento culturale le cui opere, che abbiamo la fortuna di avere a Bologna, sono ancora capaci di criticare le sfumature della società americana che sia avviava agli anni del boom del consumismo e all'adesione al linguaggio dei mass media come unica forma compulsiva di partecipazione alla democrazia.Oltre il fenomeno di vivacità culturale , le opere raccontano in maniera lucida la sottomissione degli artisti alle leggi dell'economia. Jeff Koons emerge tra gli altri perché è il perfetto trait-d’union tra arte ed economia: dopo l’esperienza come broker a Wall Street, attraverso le sue opere riflette sugli status symbol della nascente classe dirigente americana, analizzandone impietosamente il kitsch e la banalità.

Andy Warhol, il capofila del movimento della Pop Art, presiede la mostra con 36 opere e 38 polaroid  in cui emerge il potere dei media: tra le opere Shoes, Hammer & Sickle, Camouflage, Lenin, Joseph Beuys, Vesuvius, Knives. Trasformando in arte i feticci dell’immaginario collettivo americano e anticipando l’instaurarsi del potere dei mass media, Warhol rese icone i personaggi dello star systeme i simboli del consumismo: Liza Minelli, Marilyn Monroe e Mao accanto a Campbell’s Soup, Brillo Boxes e il Dollaro, opere presenti a Bologna.E ancora Keith Haring con Untitled (1983), Schnabel con Dunciad (Trances of Bouboul) del 1983, Koons con Art Magazine Ads (1989), Basquiat con Untitled (1983) e Bertoglio con Grace Jones e Madonna (1983), solo per citarne alcuni.

La mostra sarà visitabile fino al 24 Febbraio, è sponsorizzata da Generali grazie al Programma Valore Cultura, che promuove l’arte e la cultura su tutto il territorio italiano. Il Gruppo Arthemisia, che ha realizzato anche il catalogo dell'evento di Bologna, il 3 ottobre apre a Roma un'altra grande esposizione, questa volta tutta dedicata ai lavori all'artista pop star Andy Warhol. La mostra, situata al Complesso del Vittoriano, riunisce 170 opere che riassumono il percorso di vita del personaggio che dagli anni sessanta ha spaziato, oltre che in ambito artistico, anche in quello musicale, cinematografico e fashion.

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