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Ana Mena: “L’Italia mi ha dato tanto, spero di portare la vostra musica emergente in Spagna”

Si chiama Cinema spento la nuova canzone di Ana Mena, la cantante spagnola che questa volta torna con Dargen D’ìAmico. Qui l’intervista a Fanpage.it.
A cura di Francesco Raiola
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Ana Mena
Ana Mena

An Mena torna con una canzone che in teoria dovrebbe finire nel calderone dei tormentoni estivi, eppure la canzone mostra un altro lato della cantante spagnola, che per Cinema Spento, titolo della nuova canzone, si fa accompagnare da Dargen D'Amico. Da anni Ana Mena ha fatto dell'Italia la sua seconda casa personale e artistica, regalando, in cambio, un bel po' di visibilità ai nostri cantanti in Spagna. Questa nuova canzone mostra un lato nuovo e inedito per l'Italia, come spiega la cantante a Fanpage.it, una sfumatura che la sua Spagna conosce già. Ana mena ha anche parlato delle sue passioni musicali, da Mina – suo mito musicale – fino alla passione per la musica di Tropico, aka Davide Petrella, il principale autore italiano.

Mi racconti come hai scelto Cinema spento e in cosa ti trovi in questa canzone?

Cinema spento è un assaggio di tutto quello che farò in Italia d'ora in poi, è un altro lato di Ana Mena che in Spagna, però, è stato scoperto molti anni fa. Questo mondo musicale è quello con cui sono più in connessione, alla fine sono gli artisti che ascolto, è la musica che mi piace anche se capisco che in Italia magari siete abituati a sentirmi in un contesto più estivo. Ana Mena, però, è questa e non vedevo l'ora di farvi scoprire questo progetto musicale a cui lavoro da un paio di anni, che vede tante reference che ho da piccola: questo lato un po' più maturo, più profondo, più serio, anche più alternativo, ed è quello in cui mi sento più me stessa.

Non è un banger, in effetti, ma un brano più notturno…

Esatto, quando devo descriverla la definisco notturna, è una canzone che può essere estiva ma anche serale. Comunque io non ci credo molto nelle stagioni per le canzoni, per me la musica è sempre atemporale, anche se fai una canzone per ballarla in spiaggia puoi sentirla pure d'inverno, in un club, perché non tutti ci sentiamo dello stesso modo tutti i giorni: un giorno sei più contento, quello successivo ti è successo qualcosa, stai male, tutte le persone hanno questi alti e bassi e penso che la musica debba accompagnarci sempre, in tutti i momenti della nostra vita. In Spagna, per esempio, faccio uscire brani "estivi" a novembre e non mi piacciono quei pregiudizi che ti incastrano, non sono molto fan di queste cose, mi piace sentirmi libera quando sono in studio, mi piace fare quello che mi viene in quel momento e se è vero, da una parte, che ho questo lato un po' più divertente, più leggero, più estivo, dall'altra sono un'artista che ha iniziato a cantare da piccolissima, da quando avevo 8 anni, ha sentito molta musica diversa, da sempre, e mi sento connessa con la musica facendo vari stili. Avevo voglia di far sentire questo altro lato di me anche in Italia, perché la sento come una mia seconda casa e penso che possa essere un assaggio della musica che arriverà.

Cosa ti piace di Dargen? Cosa hai scoperto?

Ho compreso meglio il suo lato più rap, non conoscevo molto, e penso che su questo pezzo abbia dato quel tocco fresh che gli mancava.

Con l'Italia ormai hai un rapporto discografico quasi continuo: come è cambiato il tuo rapporto con il nostro Paese in questi anni in cui ha cominciato a frequentarlo anche artisticamente?

Da piccola ammiravo molto il vostro panorama artistico, musicale, perché avete una musicalità particolare e un modo di scrivere le canzoni diversa rispetto a come si fa in altri paesi, con un suono molto vostro da fuori percepiamo come qualcosa di specialissimo. Sono fan fin da piccola del vostro mondo musicale e questa cosa mi rendeva molto connessa e legata alla musica italiana, poi qualche anno fa mi è arrivata l'opportunità di collaborare con Fred De Palma in un momento della mia vita particolare, per cui ho ringraziato molto questa opportunità. L'Italia mi ha dato delle cose molto belle e ho scoperto anche la mia personalità, praticamente il 50% del mio team è italiano, parte della mia vita è in Italia, sia a livello professionale che personale, quindi la sento molto come una mia seconda casa, è come se fosse la mia seconda famiglia.

E a livello musicale linguistico cosa ha dato la tua musica? Avrai fatto più ascolti della musica italiana, questa cosa in che modo si è innestata nella tua musica?

Penso che quando quando ascolti molto un tipo di musica alla fine diventa parte di te, diventa un po' la tua personalità e questa è una cosa che faccio fin da piccola. Fin da piccola ascolto molti classici italiani.

Ovvero?

Ascoltavo Mina, ovviamente, ma anche i successi che arrivavano in Spagna, da Laura Pausini a Zucchero, tutti questi artisti grandissimi, anche se oggi sono molto fan del mondo indie italiano, è la musica con cui ho più connessione. Se guardi tutta la mia playlist Spotify di brani che mi piacciono il 70% è formato da quello. Ascolto Colapesce Dimartino, Dargen, Tropico, Coez, quelle cose lì, ma anche molto rap, molto Urban, mi piacciono molto Madame, Rkomi… ma devo continuare a scoprire nomi nuovi, anzi, forse ti ho detto i più conosciuti, ma sono tanti. Quella è la musica che ascolto soprattutto quando sono da sola, quando viaggio, quando sono in aereo: ciò che mi viene da scrivere nasce da quel mondo lì.

Abbiamo parlato di quello che l'Italia e gli artisti italiani hanno dato a te, però c'è un rovescio della medaglia, ovvero quello che tu hai dato a loro, come i passaggi radio e i posti alti nelle classifiche, no? Hai un po' aperto le porte a molti artisti giovani di un mercato come quello spagnolo.

Sì, sono stati anni belli di legame tra la Spagna e l'Italia: quello volevo fare era tentare di riportare quella tradizione che c'era quindici anni fa, quando gli artisti italiani traducevano i propri successi in spagnolo e c'era un legame veramente bello tra i nostri due Paesi, di fraternità musicale. Io l'ho sempre sentita così, l'ho amata sempre e adesso, in questo mondo attuale, emergente, di artisti giovani vorrei rifarlo, vorrei che fosse così, continuare questa tradizione.

Un featuring da sogno italiano?

Beh, Mina, Laura Pausini, Zucchero. Oppure Colapesce e Dimartino e Tropico, a lui gli dico sempre che mi piace, sono la sua fan numero uno.

Allora bisogna dire a Tropico di inviarti al concerto che farà a Piazza de Plebiscito, a Napoli, a fine giugno.

[Ride] Glielo dico sempre, parlo spesso con lui, conosco tutte le sue canzoni, è il mio album più ascoltato su Spotify.

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