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“Amazon uccide la letteratura”: la denuncia di 300 scrittori e premi Nobel

Il colosso guidato da Jeff Bezos ha iniziato un vero e proprio boicottaggio ai danni di Hachette colpevole di non voler accettare la nuova politica di sconti che riduce drasticamente i ricavi degli editori. Oltre trecento scrittori e premi Nobel denunciano in una lettera aperta le “tattiche monopolistiche illegali”.
A cura di Andrea Esposito
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Il colosso del libro di Jeff Bezos di nuovo al centro della bufera: circa trecento scrittori, tra cui spiccano i nomi di Philip Roth, Orhan Pamuk, Milan Kundera e Salman Rushdie, hanno appena firmato una petizione contro Amazon accusandola di esercitare "tattiche monopolistiche illegali".

L’oggetto della disputa riguarda il prezzo degli e-book. In sostanza, Amazon vuole applicare uno sconto ulteriore sui titoli, assottigliando i margini di ricavo dell'editore (14,99 e 19,99 dollari sono ritenuti prezzi troppo alti da Amazon). Hachette non ci sta e si oppone a tale strategia. La conseguenza? I suoi libri sono tenuti in ostaggio con tattiche commerciali al limite, come ad esempio: l’impossibilità di applicare gli sconti già previsti, allungare di settimane i tempi di spedizione, rimuovere la possibilità di ordinare i libri in uscita. Insomma, una vera e propria ritorsione.

Se a questo aggiungiamo che Amazon vende la metà dei libri in circolazione negli Stati Uniti e che controlla la piattaforma dominante degli e-book, capiamo bene che il problema per Hachette potrebbe presto diventare più una questione di sopravvivenza che una disputa sulle regole.

A dare fuoco alle polveri, il noto agente letterario Andrew Wylie, il quale ha dichiarato al New York Times: “Se Amazon non viene fermata siamo alla fine della cultura letteraria in America […] Quel che Bezos sta facendo è a danno dell'industria del libro e degli autori". All’appello oltre alla lista dei trecento scrittori, a cui bisognerà probabilmente aggiungere molti altri nomi dato che l’agenzia di Wylie ne conta circa un migliaio, si sono aggiunti anche molti celebri eredi letterari, tra cui quelli di Roberto Bolaño, Joseph Brodsky, Arthur Miller, Allen Ginsberg.

Già ad inizio settembre sempre sulle pagine del New York Times era apparsa una lettera aperta firmata dal gruppo Authors United (qui l’originale): "Come scrittori – molti dei quali non pubblicati da Hachette – sentiamo fortemente che nessuno dovrebbe bloccare la vendita dei libri, impedire o scoraggiare i clienti a ordinare o ricevere i libri che vogliono. Non è giusto che Amazon isoli un gruppo di autori, che non sono coinvolti nella disputa, per una ritorsione selettiva".

Staremo a vedere come finirà la disputa, certo è che gli autori sembrano piuttosto agguerriti. La lettera sopracitata infatti si concludeva con l’invito, rivolto a tutti gli utenti Amazon, a scrivere una mail a Jeff Bezos, amministratore delegato e fondatore del gruppo, riportando l’indirizzo “jeff@amazon.com”, per esprimere la propria opinione in merito. Del resto – prosegue la lettera – “Bezos ha detto che vuole veramente sapere l'opinione dei suoi clienti e che leggerà tutte le email a questo account”.

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