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Altaforte, autrice del libro su Salvini al Salone: libraio Feltrinelli intona “Bella ciao”

Chiara Giannini, l’autrice del libro su Salvini e pubblicato da Altaforte, l’editore vicino a CasaPound, si è recata al Salone del libro di Torino con una copia del suo libro per denunciare la censura di cui sarebbe stata vittima. Dallo stand della Feltrinelli si è alzato il coro “Bella Ciao”: “Una provocazione”.
A cura di Redazione Cultura
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Al Salone del libro di Torino si è presentata lo stesso, nonostante il divieto imposto ad Altaforte, la casa editrice vicina a CasaPound, di essere al Lingotto durante la kermesse torinese. Lei è Chiara Giannini, giornalista, che ha intervistato il ministro dell'interno Matteo Salvini e ne ha tirato fuori un libro, che l'editore e militante di CasaPound, Stefano Polacchi, ha poi pubblicato. Della polemica sappiamo già tutto. Oggi, invece, l'ultimo tassello. Perché la Giannini si è presentata da libera cittadina tra gli stand del Salone del libro, diretto da Nicola Lagioia, per denunciare la "censura" di cui sarebbe stata vittima, tirando in ballo un paragone quantomeno fuori luogo:

Massimo rispetto per gli scampati ai campi di concentramento, è un capitolo della storia vergognoso e che mi addolora moltissimo. Loro hanno subito una restrizione della loro libertà, la stessa che sto subendo io. Non ho fatto niente di male, ho semplicemente pubblicato un libro con una casa editrice che può piacere o non piacere. Credo sia veramente vergognoso che un piccolo gruppo di personaggi italiani vogliano imporre il loro punto di vista sugli altri: è veramente assurdo.

Ma non è tutto. Perché dopo queste discutibili dichiarazioni si è presentata con il suo libro allo stand Feltrinelli, portando una copia del suo libro "per far vedere a tutti quelli che me l'hanno impedito, compreso il signor Lagioia e alla sindaca Appendino, che la cultura spacca i ponti e può entrare ovunque". A quel punto, un commesso dello stand Feltrinelli, notando la Giannini ha iniziato a intonare i primi versi di Bella Ciao. Come riportato da Repubblica, il collaboratore della storica casa editrice fondata da Carlo Feltrinelli, e retta per anni da Inge Feltrinelli, ha dichiarato:

La signora Inge Feltrinelli è morta da un anno e non mi è sembrato proprio il caso di venire a fare propaganda davanti alla sua fotografia. È stata una provocazione. Ho intonato Bella Ciao perché sono un antifascista, sono un democratico. Penso che abbiano sbagliato a escluderli, ma non sono d'accordo di venire a provocare davanti a Feltrinelli e di mettersi davanti a Inge. Io la conoscevo.

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