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Alla Scala di Milano l’Elektra di Patrice Chéreau: per ricordare il regista a 5 anni dalla scomparsa

In scena dal 4 al 29 novembre al Teatro della Scala di Milano l’Elektra di Richard Strauss nell’allestimento del 2013 di Patrice Chéreau per celebrare i cinque anni dalla morte del grande regista. La sua opera testamentaria continua a riscuotere grande successo ed è una pietra miliare nell’Opera contemporanea.
A cura di Laura Ghiandoni
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Rimettere in scena l'Elektra di Richard Strauss nell'allestimento del 2013 di Patrice Chéreau per riconfermare l'opera di un talento in ambito cinematografico e teatrale operistico internazionale a cinque anni dalla sua morte. A moltiplicare la rilevanza dell'evento organizzato al Teatro della Scala di Milano, un direttore d'orchestra protagonista indiscusso della vita musicale e teatrale della seconda metà del Novecento: Christoph von Dohnányi. A dare ancora più risalto al tutto delle voci affermate del panorama lirico: per Elektra è in scena Ricarda Merbeth, già Marie in Wozzeck e Leonore in Fidelio alla Scala.  Al suo fianco come Klytämnestra torna Waltraud Meier, presente e costante voce del Teatro della Scala, ha cantato in ben 6 inaugurazioni di stagione. Ritorna come Orest, Michael Volle, che alla Scala ha debuttato come Sprecher nella Zauberflöte diretta da Muti nel 1998. Nella parte di Aegysth sarà in scena Roberto Saccà, la cui carriera internazionale sta per avere un momento di svolta con il primo Otello di Verdi all’Opera di Francoforte. Chrysotemis avrà la voce di Sabine Hangler.

L'opera, che va in scena dal 4 al 29 Novembre è divenuta l'allestimento testamentario della poetica del regista Chéreau che si è avvalso dell’intuizione e del gusto del suo collaboratore abituale Richard Peduzzi. La concezione di spazi e volumi su cui si fonda l'allestimento, nel 2016 ha riconfermato il suo successo al Metropolitan Opera di New York ricevendo l'attenzione di  Anthony Tommasini. Il critico del New York Times ne ha sottolineato l'importanza definendolo “una pietra miliare nell’allestimento operistico del nostro tempo” aggiungendo anche “questa produzione rivela meglio di ogni altra che io abbia visto le paure subliminali la strana impotenza di un’Elektra dallo sguardo selvaggio…”.

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