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Alla Scala di Milano è in scena Lo Schiaccianoci post-natalizio di Nacho Duato

Anche se il Natale è ben lontano, Lo Schiaccianoci di Nacho Duato ha portato in dono alla Compagnia di Balletto del Teatro Alla Scala il nuovo direttore Mauro Bigonzetti.
A cura di Massimiliano Craus
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Lo Schiaccianoci, ph. Brescia e Amisano
Lo Schiaccianoci, ph. Brescia e Amisano

Dopo la Cinderella dicembrina riletta e rivista da Mauro Bigonzetti, eccoci ad un'altra rivisitazione del repertorio di balletto, esattamente con uno degli zoccoli duri della tradizione classica di fine Ottocento, ovvero quel magico Lo Schiaccianoci nel libretto di Marius Petipa, la coreografia di Lev Ivanov e le mirabili musiche di Piotr Ilich Ciaikovskj. Su queste pagine abbiamo già scritto e riscritto delle coreografie riprodotte, snaturate e viziate de Lo Schiaccianoci, dal racconto originale di E.T.A. Hoffmann fino a quest'ennesima proposta, stavolta al Piermarini con la coreografia del valenciano Nacho Duato. A quasi sessant'anni il coreografo spagnolo pare sempre più giovanile, accarezzando il titolo con un'enfasi tutta nuova e, per queste ragioni, bissata sul palcoscenico scaligero dopo il sold-out della scorsa stagione. Qui Nacho Duato sposa il rispetto per la tradizione con la visione moderna della coreografia, accanto alla musica di Piotr Ilich Ciaikovskj, sfaccettata, poliedrica e ricca di colori; così come al fianco del libretto dell'onnipresente garante del repertorio romantico Marius Petipa, ben rivisto da Nacho Duato appunto; ci sono ovviamente la favola, le marionette, i regali, l’albero di Natale, Clara e il suo schiaccianoci che si trasformerà in un bellissimo Principe. Ed infine c’è lo sguardo di Nacho Duato che ambienta la storia all’inizio del secolo scorso, ispirato dall’eleganza di quel tempo: niente parrucche o crinoline ottocenteschi, ma abiti lunghi di seta, che permettono maggior libertà e inventiva nella coreografia. Eleganti i costumi e suggestive le scene, essenziali ed evocativi, cosi come nella verve artistica di Nacho Duato, minimalista, fresca, concentrata, pronta a incontrare l’eredità del passato e farsi ancora sorprendere dall’ispirazione che può offrire. Bellissimi i cast con Maria Eichwald affiancata da Roberto Bolle, Nicoletta Manni e Claudio Coviello, Virna Toppi con Marco Agostino, Vittoria Valerio con Antonino Sutera e Angelo Greco.

Sotto l'albero di questo Schiaccianoci scopriamo a braccetto Nacho Duato e Mauro Bigonzetti

Lo Schiaccianoci, ph. Brescia e Amisano
Lo Schiaccianoci, ph. Brescia e Amisano

Mai come questa volta il titolo ci pare più aderente al contesto di questi giorni. Abbiamo già scritto sulle nostre pagine del 6 febbraio scorso della scelta del nuovo direttore della Compagnia di Balletto ricaduta sul coreografo Mauro Bigonzetti. Abbiamo chiarito la chiave di volta coreografica di questa scelta, mettendo il sovrintendente scaligero Alexander Pereira sul piedistallo di una scelta coraggiosa nella direzione contemporanea e coreografica dell'artista Mauro Bigonzetti. Così come abbiamo ricordato che il neo-direttore è stato preferito alla super etoile Laurent Hilaire del Teatro dell'Opéra di Parigi, senz'altro più tradizionalista di Mauro Bigonzetti. E se uno più uno fa due, capiamo il perché del bis concesso a Nacho Duato con Lo Schiaccianoci fuori stagione di questi giorni, esattamente fino al prossimo 13 marzo. Al Teatro Alla Scala si sta svoltando verso il repertorio contemporaneo, direttore dell'ensemble compreso, per cui non stona affatto neanche la prossima primaverile rappresentazione di Massimiliano Volpini Il giardino degli amanti, sullo spartito musicale di Wolfgang Amadeus Mozart. Esattamente il contrario di quanto deciso al Teatro dell'Opéra di Parigi sostituendo il dimissionario direttore-coreografo contemporaneo Benjamin Millepied con l'etoile di casa Aurelie Dupont. Ma chi è Nacho Duato, il coreografo di questo Lo Schiaccianoci? E' uno dei coreografi salienti della danza cosiddetta contemporanea, così in voga per le strade meneghine di questi ultimissimi giorni, formato alle corti della Rambert School di Londra, del Mudra di Maurice Bejart in quel di Bruxelles e fino ai templi statunitensi newyorkesi di Louis Falco ed Alvin Ailey. Da lì una folgorante carriera di interprete e coreografo in chiave contemporanea, dal Nederlands Dans Theater al Cullberg Ballet, passando per Les Grands Ballets Canadiens, Deutsche Opera Ballet, Australian Ballet, Stuttgart Ballet, Ballet Gulbenkian, Royal Ballet ed American Ballet Theatre. Il decano della storia della danza italiana Alberto Testa ha così sintetizzato il profilo di Nacho Duato, mentore de Lo Schiaccianoci post-natalizio in scena al Teatro Alla Scala in queste prossime settimane:

al suo debutto nella coreografia sin dal 1983, Nacho Duato aveva già trasmesso la sensazione che si trovava sulla buona strada, aprendosi al folclore del suo paese intrecciandolo a correnti contemporanee. Emergono in Nacho Duato movimento fluido, rigoroso che mescola spiritualità ed umanità, meticciato di dolcezza soave e di frenetico furore.

Lo schiaccianoci, ph. Brescia e Amisano
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